Avvisi parrocchiali - Settimana 12 - 19 gennaio 2025
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Ogni preghiera non fa che ripetere incessantemente questo: «Parlami / aspetto a carne aperta / che mi parli./ Noi non siamo qui per vivere / ma perché qualcuno / deve parlarci» (Franco Arminio). E la prima parola è “Figlio”. La “parola” scende e si fa, nel deserto, e qui, un “figlio”. Dio è forza di generazione, che come ogni essere genera secondo la propria specie. Siamo specie della sua specie, abbiamo Dio nel sangue e nel respiro. Posta in principio a tutte, “figlio” è parola che sta all'inizio perché sta anche alla fine di tutto. “Tu sei amato” è la seconda parola. Di immeritato amore, asimmetrico, unilaterale, incondizionato. Qui è posto il fondamento di tutta la legge. “Tu sei amato” è il fondamento; “tu amerai” è il compimento. Chi esce da questo, amerà il contrario della vita. Mio compiacimento è la terza parola, l'ultima. Un termine che non ci è abituale, eppure parola lucente, pulsante: c'è in Dio una vibrazione di gioia, un fremito di piacere; non è un essere freddo e impersonale, senza emozioni, ma un Padre apritore di cieli, felice di essere padre, in festa davanti a ognuno dei suoi figli. (E. Ronchi)
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