Omelie

Omelia del 26 aprile 2015 - Pasqua IV (Anno B)

La prima delle tre letture di questa domenica torna a far parlare Pietro. Ribadiamo che Pietro, dopo la risurrezione di Cristo, è, come dice santa Caterina, il ‘dolce Cristo in terra’. Come possiamo giustificare questa affermazione che, se errata, è un vero peccato di idolatria?

Caterina da Siena, dichiarata dottore della Chiesa, mai parlava con il cuore disgiunto dalla mente. Caterina definisce il Papa ‘il dolce Cristo in Terra’, partendo dalle molte affermazioni evangeliche che riguardano la figura di Pietro, che Gesù ha scelto perché diventasse, mistero della fede, la sua visibile, perenne presenza ed autorità, segno di unità tra tutte le Chiese.

Anche la lettura che abbiamo da poco ascoltato, con autorità definisce Pietro, ‘colmo di Spirito Santo’. Pietro non abusa del ‘primato’ ricevuto da Gesù, ma lo mette totalmente  a servizio dell’unico ed  invisibile Buon Pastore. Conscio di essere il visibile  ed efficace sacramento  dell’unico Buon Pastore, Pietro ha il coraggio di definire così Gesù: “…la pietra che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d’angolo”. Simone, chiamato ‘Pietro’ da Gesù’, chiama a sua volta Gesù ‘pietra d’angolo’ed aggiunge: “In nessun altro c’è salvezza”. La liturgia odierna predica al mondo intero questa verità evangelica: che Gesù è in Pietro, che Pietro è in Gesù. Nel tempo il Vescovo di Roma, successore di Pietro, che chiamiamo ‘Papa’, sarà sempre Pietro.

Attenti a queste incredibili, ma vere affermazioni: l’invisibile Gesù nel tempo è Pietro, anche se Pietro non è tutto Gesù. C’è un Gesù anche là dove Pietro non arriva. Pietro ha i pieni poteri di Gesù, in particolare quello di essere il Buon Pastore del gregge. Il Papa, come Gesù, è una presenza e una guida sicura ma scomoda. Sicura, perché guidato dallo Spirito Santo. Scomoda, perché molti vorrebbero che dicesse e facesse solo quello che piace loro e combattesse chi non ci va a genio. Invece il Papa segue il metodo pastorale di Gesù: predica la verità tutta intera, accetta l’applauso, ma anche di essere inviso agli eterni crocifissori di Gesù, compresi quei cristiani che sono più o meno ribelli.

Papa Francesco è universalmente considerato il Pietro su cui oggi Gesù fonda la sua Chiesa. Come sempre, è il Pastore giusto al tempo giusto. Chiede ai fedeli di considerarlo uno di casa, ma anche di seguirlo come evangelizzatori fino agli estremi confini. E’ sprone ai giovani, perché riflettano sulla nobile chiamata al sacerdozio, per diventare a loro volta pastori buoni di questo immenso gregge oggi in crescita, ma anche così orrendamente perseguitato da chi uccide in nome di un dio che non esiste e da chi colpevolmente tace. Anche Papa Francesco, come Gesù, accoglie i trionfali osanna del popolo, pronto, però, ad essere il bersaglio dei ‘crocifigge’ pilotati da chi non vuole pastori che conoscono le loro pecore, dalle loro pecore siano seguiti, e per le pecore pronti a dare la vita. Che nessuno, però, osi uccidere il nostro fratello Abele!   

don Rinaldo Sommacal