Omelie

Omelia del 25 dicembre 2014 - Natale (Anno B)

Natale! La attesa e lieta notizia diventa realtà. Isaia ce lo va dicendo da quattro settimane. L’Emmanuele è giunto a casa nostra. Fu profetizzato come la personificazione della luce, della pace e della salvezza.

Di solito, le grandi promesse, quando si realizzano, in parte deludono. Qui no. Facciamo parlare l’Atteso, Colui che fu annunciato come la luce, come la salvezza, come la pace. Gli prestano la loro voce i due Giovanni. Il Battista va per esclusione. Dopo aver detto alle folle che in mezzo a loro c’era il Messia, subito aggiunge: “Ma non sono io il Cristo”. L’altro Giovanni, l’evangelista, prende in mano ogni Parola discesa dai cieli lungo i secoli e ci mostra il  mosaico che si conclude con la nascita e l’ opera del Messia, Dio da Dio, donatosi gratuitamente a noi, sia individualmente presi, sia come un solo popolo.

Rileggiamo il lieto annunzio, tra noi già presente ed operante, ma che rischia di diventare una presenza tra ciechi, sordi, sazi ed ingrati. “E’ nato” ci dice l’Evangelista. “Chi” gli chiediamo. “Lui, la luce vera che illumina ogni uomo” ci risponde. Quella Luce che in principio, disse:“Sia la luce”  e nacque l’universo con tutti i suoi abitanti, illuminati e luminosi.

Ma Adamo, con in mano l’interruttore, spense la luce e il creato fu avvolto dalle tenebre e dall’ombra della morte. Adamo poteva spegnere, ma non riaccendere la luce. Colui che era la Luce vera, promise di riparare il guasto e ridare al mondo intero la luce, ma una luce ancor più sfolgorante e vivificante. 

“Come può avvenire tutto questo” domandarono tutte le creature, assetate di luce, la luce vera, che le avrebbe liberate dal potere delle tenebre? Nel rispondere l’evangelista diventa un vulcano perfino ben superiore alla nostra intelligenza. Solo la fede vera ci può sostenere. Il Natale, che per noi richiama l’evento della nascita di un bambino, non è che lo spioncino attraverso il quale vediamo e rivendiamo il susseguirsi dei capitoli che raccontano e rinnovano le opere di Dio in favore nostro, e, per nostro, intendiamo l’intero creato.

Natale mette me, piccolo individuo, in contatto vero con Lui, chiamato il ‘Principio di tutto’, proclamato Parola di Dio, luce e vita di ogni essere vivente. “Ma avrà pure un nome questa presenza reale, onnipotente e sommamente misteriosa” gli chiediamo. Ed ecco la risposta, non fabbricata da lingua umana, ma proclamata da Lui. Dice di chiamarsi ‘Parola’, ‘Verbum’. 

Dice Giovanni: “Egli era il Verbo. Il Verbo era presso Dio. Il Verbo era Dio”. Poi, improvvisamente dice che il Verbo lasciò il cielo per abitare la nostra terra, la nostra casa, la nostra stalla. Continua Giovanni: “Il mondo era stato fatto da Lui. Venne nel mondo…A quanti l’hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio”.  Chi sono questi ‘quanti’? Dipende da noi. C’è da svenire per la gioia, sapendo che possiamo dirGli, quasi comandarGli: “Vieni Signore Gesù, vieni a casa mia”. 

don Rinaldo Sommacal