Omelie

Omelia del 21 dicembre 2014 - Avvento IV (Anno B)

Natale è alle porte. E’ il Natale di Gesù,  dell’Emmanuele, del Dio-con noi. In quale clinica regale lo faremo nascere? Dove fisseremo la sua dimora, degna di Colui che di tutto il creato è il Signore? Chi sono i suoi genitori, da chi sono stati scelti, come hanno reagito? Andiamo con ordine, anche se con l’emozione che ci fa tremare ad ogni tentativo di dire, con parole umane, la storia scritta direttamente da Dio su di noi, sua argilla.

In quale clinica la regina partoriente è stata portata, scortata da tutti i principi della terra? Siccome un profeta aveva predetto che il Re dei Re sarebbe nato a Betlemme, siamo andati ad intervistare gli abitanti di quella cittadina. Abbiamo bussato a molte porte. Alla nostra domanda: “Dove é nato il Re dei Re?”, la risposta corale fu “Non lo sappiamo. Certamente non qui. Forse a Gerusalemme, forse a Roma”.

Non ricordavano che una giovane partoriente aveva bussato a tutte le porte, ma si era sentita dire: “Qui, per voi, non c’è posto.”. Fosse stato un principe, un personaggio, avrebbero sicuramente fatto a gara pur di averlo in casa. Ma non è del tutto vero. Ci fu un povero contadinello che, impietosito nel vedere quella giovane coppia di viandanti, con quella emergenza in corso, si permise di dire loro: “Non ho posto a casa. Ho una modesta stalla, dove dormono i miei animali domestici. Se vi degnate, per me è un onore ospitarvi lì, al calduccio”. Mai stalla divenne più famosa! Quel contadinello, per l’eternità sarà coccolato in paradiso da quella famiglia regale che lui ospitò senza sapere che offriva casa a Dio.

Sconfinato, profetico ed altruista è il potere della generosità di chi, a sua volta, ha bisogno di generosità. Natale è dono. Ogni nascita è un dono impareggiabile. Tra i regali da scambiarci ci sia sempre  la gratuita condivisione e non il freddo obbligo di sdebitarsi. Se ti consideri responsabile degli altri, vedrai gli altri condividere quello di cui hai bisogno tu, partendo da ciò che si è, per arrivare allo scambio di ciò che si ha. Allora anche una greppia vale una culla regale.

Se Betlemme è la culla del parto, Nazaret è la casa dove fu concepito colui che sarà chiamato “figlio di Dio”. Se figlio di Dio, significa che Dio gli è e gli sarà PADRE. Ma la paternità umana di Dio è condizionata dal SI di una donna, di una inconsapevole sposa, per di più vergine, per di più concepita senza macchia originale.

Condizioni altissime per entrambi: per Dio che per partorire un figlio-uomo, ha bisogno di un utero di donna; per la donna che liberamente e coscienziosamente, deve accettare di celebrare un mistico matrimonio con il suo stesso Creatore, al quale darà un figlio: uomo-Dio, Dio uomo. Maria: ‘figlia del tuo figlio’ la chiama Dante.

Grande Maria nella sua umiltà. Splendida Maria nella sua lucida libertà. Beato Dio, beati noi per quello che disse Maria: “Avvenga per me secondo la tua parola”.

don Rinaldo Sommacal