Omelie
Omelia del 14 dicembre 2014 - Avvento III (Anno B)
Gesù, per bocca del profeta Isaia prima e poi di Giovanni il Battista, presenta, il suo programma di Re-pastore. Per bocca di Isaia ci dice: “Lo Spirito del Signore è su di me…, mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l’anno di grazia del Signore”.
Ogni sillaba di questo programma di governo, andrebbe staccata dal contesto, ingrandita, fino a farla diventare un abito che rivesta, non solo ogni persona a cui viene inviato , ma manche l’intero creato che dall’Alto riceve vita e benedizione. Da parte nostra deve seguire una gioiosa, libera e cosciente partecipazione di governo.
Chi è questa persona che si presenta con tutti i poteri, ma senza titoli altisonanti? Ce lo dirà, secoli dopo, in diretta, il Battista, l’ultimo dei profeti. Dio lo scelse perché presentasse il ‘Verbum Dei’, cioè il Profeta in persona, il Re-Pastore. E’lui l’Atteso che realizzerà le promesse fatte per secoli, per mezzo dei profeti, proprio da Lui inviati.
Chi è, dunque, questo ‘Atteso delle genti’ e che il Battista indicò presente sulle sponde del fiume Giordano? Lo disse, e continua a dirlo oggi a noi, troppo tiepidi di fronte al miracolo dei miracoli, cioè del Dio che si fa Emmanuele=Dio con noi. L’evangelista Marco riporta, da fedele giornalista, la testimonianza del Battista che indicò il Messia, presente tra la folla dei penitenti e battezzandi.
Riascoltiamo, come fosse la prima volta, il discorso con cui Giovanni nega di essere il Cristo. Lo dice con forza, verità ed umiltà, al contrario di quello che fanno i falsi profeti. Dice Giovanni: “Io sono voce che grida nel deserto: Rendete dritta la via del Signore, come disse Isaia. Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi c’è uno che non conoscete, Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”.
Come intendere e come realizzare ai giorni nostri ciò che nei secoli i cristiani hanno sempre cercato di fare, consegnandoci Gesù, l’intero ed unico deposito della salvezza? Rispondo riportando un passo di S. Giovanni della Croce, tratto dal suo libro ‘salita al monte Carmelo’. Scrive: “Ora la fede è basata su Gesù Cristo e la legge evangelica è stabilita in quest’era di Grazia. Non è più necessario consultare Dio, né che Dio parli o risponda come nell’antica legge. Donandoci il Figlio suo, che è l’unica e definitiva Parola, ci ha detto tutto in una sola volta e non ha più nulla da rivelare. Perciò chi volesse ancora interrogare il Signore e chiedergli visioni o rivelazioni, non solo non commetterebbe una stoltezza, ma offenderebbe Dio, perché non fissa il suo sguardo unicamente in Cristo e va cercando cose diverse e novità. Dio infatti potrebbe rispondergli: “Questi è il figlio mio prediletto nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo”.
Gesù, definitiva Parola, conclude dicendoci: “Rileggete quello che dissi per mezzo di Isaia: “Lo Spirito del Signore mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri…ecc”. Bella lezione! Deo Gratias.
don Rinaldo Sommacal