Omelie
Omelia del 19 ottobre 2014 - Domenica XXIX per Anno (A)
A Ciro il Signore dice: “Ti ho preso per la destra… per amore di Giacobbe, mio servo e di Israele, mio eletto. Ti ho chiamato per nome , ti ho dato un titolo, sebbene tu non mi conosca”.
Chi è Ciro, così decantato e benvoluto dal Signore, un Dio che Ciro neppure conosce? Ciro fu un dei quattro grandi re dell’impero persiano. Perché riceve da Dio, il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe… il nostro Dio, elogi così sperticati, quando sempre e dovunque chi impera con la forza è temuto e ubbidito con violenza? Lo vedremo tra poco, dopo aver interrogato la pagina del vangelo, che, da tutt’altra angolatura, ci presenta Cesare, un altro potente imperatore che tiene sotto i suoi calzari chiodati il popolo ebreo, un francobollo nel contesto dell’immenso impero romano.
Se Isaia esalta il potere di Ciro, Gesù schiva il bersaglio tesogli dai suoi accaniti oppositori, i farisei. Dopo sperticate, ma ipocrite adulazioni, ecco la domanda tranello:” E’ lecito o no pagare il tributo a Cesare?”. Gesù, lasciando senza parole i suoi oppositori, diede quella risposta, diventata proverbiale, dalle molte spiegazioni: “Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”.…
I due brani sono da rileggere con la stella polare della moralità che dice bene al bene e male al male, ma anche che sa vedere all’interno delle scelte negative gli aspetti positivi, come nelle scelte con il sacro crisma della legalità, anche gli aspetti positivi. Le grandi lodi di Dio nei confronti di Ciro, re pagano e la fredda, ma precisa risposta di Gesù circa l’osservanza delle leggi riguardo al fisco emanate da una autorità legittima, ci inducono a qualche timida riflessione.
don Rinaldo Sommacal