Omelie
Omelia del 24 agosto 2014 - Domenica XXI per Anno (A)
La Parola di Dio, giunta a noi, sia per mezzo delle sacre scritture, sia per mezzo della tradizione orale, è paragonabile all’oceano che, da qualsiasi parte lo affronti, dà l’idea dell’infinito e dell’inesauribile.
Noi siamo gli esploratori che, sull’esempio di Ulisse e di Cristoforo Colombo, si mettono in mare e si lasciano guidare dal richiamo dell’ignoto, per allargare sempre di più il conoscere e, così, appropriarci del suolo su cui, eterni pellegrini, stiamo movendo i nostri passi.
Questa lunga premessa è per dire che, davanti all’oceano che è la Parola di Dio, anche noi di domenica in domenica, cerchiamo di percorrere un sentiero, che ci porta a scoprire cose nuove, o riscoprire cose già conosciute e stupire per mondi sempre nuovi, racchiusi entro quello scrigno che si chiama ‘Rivelazione’.
Chi di noi non sa, quasi a memoria il brano del vangelo oggi proclamato ed attentamente ascoltato! Per inciso, cerchiamo di non arrivare in ritardo alla Messa, con il rischio di lasciar cadere per terra la Parola detta dall’ambone come cibo per la nostra vita di fede.
Cosa dice il vangelo di oggi? Innanzitutto Gesù ci insegna come manifestare agli altri il nostro IO, il nostro essere. Ai suoi intimi, che gli ponevano domande come questa: “Ma tu chi sei?”, Gesù ribatteva: “Ditemi voi come mi vedete! E la gente che ci segue cosa dice di me? E voi chi dite che io sia?”.
A quanti, approfittando di tutte le occasioni, afferrano il megafono di turno, irrompono in tutti i mezzi di comunicazione per dire chi sono, spesso raccontando bugie, a volte dicendo anche cose giuste, ma nel modo sbagliato, Gesù dà una alta e sempre attuale lezione. Quale? Quella che insegna a proporsi agli altri non a parole, ma con le opere, diventate libro aperto. La domanda posta da Gesù ai suoi discepoli, sottende due scopi: primo: far ragionare i dodici sul suo modo di rivelarsi a loro ed al mondo; secondo: portarli a rispondere, senza interessati suggeritori, alla domanda fondamentale posta da Lui, dopo parecchio tempo di vita in comune.
Le due risposte, date dai discepoli, sono di getto, ma tutte all’altezza della sufficienza e della promozione. Prima risposta: “La gente dice che tu sei un profeta, anzi un grande profeta, addirittura sei la reincarnazione del Battista, di Elia, di Geremia”, per gli ebrei personaggi intoccabili.
E’ allora che Gesù scocca l’altra domanda, che diventa una specie di esame di maturità per i dodici. Chiede:“Ma voi, chi dite che io sia?”:
Rileggete a casa la risposta di Pietro, data a nome di tutti e premiata da Gesù con le altissime parole riportate a lettere cubitali, in lingua latina, attorno alla cupola della basilica di San Pietro in Roma. Auguro fortemente a me, a ciascuno di voi, a quanti seguono Gesù, di poter, con convinzione dire con Pietro, con papa Francesco: “Tu sei il Cristo, il figlio di Dio”. “O profondità della sapienza e della conoscenza di Dio” esclama Paolo.
don Rinaldo Sommacal