Omelie

Omelia del 6 luglio 2014 - Domenica XIV per Anno (A)

Spulciamo. Riflettiamo. Proponiamo. “Esulta” ci dice, senza alcuna esitazione, un profeta del calibro di Zaccaria.

Quale i motivi per cui esultare? Verrà un re, sarà‘giusto e vittorioso’. Spezzerà l’arco da guerra, farà sparire i carri armati, la sua cavalcatura sarà un umile e giovane asinello. Annuncerà una pace universale e ci assicura che sarà perenne.

E’ una profezia che la Chiesa giudica autentica, quindi che annuncia una verità certa. Non si dicono i tempi, ma sarà il traguardo  di tutta la silenziosa, sicuramente vincente, presenza di Dio e dei retti di cuore nella storia dell’umanità.

Riflettiamo. A seconda del tipo di fede che abbiamo, possiamo propendere per un versante o per il suo opposto. Davanti ai nostri occhi e alle nostre orecchie arrivano notizie di ben altra fatta: liti con tutti, perfino con se stessi, violenze di ogni genere che insanguinano le mura domestiche, popoli contro popoli, religioni che predicano un dio che conduce con spietatezza inaudita, a guerre di religione, distruzioni e morti, paravento di interessi ben diversi dalla santità, ecc.

Molti di noi, di fronte al negativo che grida più forte della bontà, della rettitudine e della giustizia… cadono in depressione e disertano il combattimento per la pace, quella vera, fondata non sull’amor proprio, per cui rinunciano a diventare imprenditori di quei valori che sono seminati in tutti, ma che ognuno deve mettere in campo per generare  bene comune che si chiama pace.

Troppi cristiani, scoraggiati, sposano la politica dell’isolamento, del brontolio, dell’auto difesa… In Italia è nato il partito più grosso, che è quello dell’astensione. Significa porsi fuori della comunione. Chi si astiene, perde il diritto di criticare. E’ un sottrarre militanti del bene comune. E’ un fuggire davanti alla giusta battaglia, che, al di la dei colori diversi, si propone lo sviluppo e la vittoria dei talenti, distribuiti in modi diversi, ma che, se uniti, diventano esercito invincibile, pilotato dal Re della pace.

I propositi, a questo punto, non possono che essere positivi: prima individuali, personali, poi condivisi. La strategia comune parte dal grazie che Gesù rivolge al Padre, perché vede protagonisti  del Regno di Dio, regno di Giustizia e di Pace, non tanto i sapienti e i dotti, quanto la gente comune che, senza saperlo e senza volerlo, è preziosa protagonista.

Chi è in questo progetto, non si tira mai indietro. Fa parte di quella maggioranza silenziosa che non sbraita, sopporta la croce, conseguenza di tutti i mali, dei disastri, commessi da quei potenti, che hanno il coraggio di dichiararsi sempre innocenti.

Gesù invita questi anonimi protagonisti: “Venite a me che sono mite ed umile di cuore. Troverete ristoro per la vostra vita”. Questo dicono a noi, le sacre scritture. Ci fanno scoprire i tesori nascosti da dire e da dare che ci sono in noi. Per questo anche noi ‘esultiamo’..

don Rinaldo Sommacal