Omelie
Omelia del 22 giugno 2014 - Corpus Domini (Anno A)
La solennità del Corpus Domini, che stiamo celebrando, parla di una Cena del tutto eccezionale. Possiamo chiamarla la ‘Festa del Pane’disceso dal Cielo.
Per comprenderla meglio, mi rifaccio a memorie lontane, quando, per altri motivi, ma con analoghe liturgie, i contadini, trebbiato il frumento, si riunivano per fare la annuale ‘festa del pane’ a base di focacce e vino. Era un lieto rito di ringraziamento alla terra, alla Provvidenza ed al faticoso lavoro degli agricoltori.
Gesù non ha certamente bisogno di me per dire che, con tutta probabilità, nell’istituire perennemente la sua Festa del Pane’, perché fosse una festa sempre attuale e in continua evangelizzazione, si sia ispirato al rito caro ai lavoratori della terra, celebrato ‘nel nome del Signore’.
Quella del pane era una festa sicuramente positiva, ma attesa solo se si era lavorato sodo e si aveva fame vera. L’inappetenza, segno di sazietà, rovina la cena. Quando il pane manca e c’è molta fame, la vita stessa è in serio pericolo. Se la fame è domata con bevande e cibi sregolati o dannosi, vuoi per il veleno dell’ inquinamento, vuoi per i vizi contratti colpevolmente, allora quei cibi diventano gli antagonisti acerrimi della buona cena.
Tutto quello che diciamo del nostro corpo e dei suoi necessari rapporti con il cibo e la bevanda, ci fa da guida per capire i vari significati del Corpus Domini che stiamo celebrando, istituito da Gesù.
Prima di salire al Cielo, Gesù si è dato e ci ha dato un meraviglioso nuovo corpo, che Gli permette di essere ovunque ci siano persone che hanno fame e sete vera di Lui, il pane disceso dal cielo, cibo e bevanda dei piccoli e dei grandi, dei giovani e degli adulti, degli anziani e dei malati, dei santi e dei peccatori...
Quando Gesù disse di essere la carne da mangiare e il sangue da bere per avere la vita eterna, la folla si scandalizzò di lui. Non volle capire che Gesù si sarebbe reso realmente presente, ma per mezzo del mite pane e del buon vino. Diamo loro una scusante: non potevano capire il modo sacramentale con cui Gesù si sarebbe donato a tutti, in tutti i tempi e in tutti i luoghi. ‘Mistero della fede’ infatti! Noi, invece, possiamo credere, perché conosciamo come è stata realizzata la promessa di Gesù.
Il suo corpo ed il suo sangue entrano in noi, non per la strada dei carnivori, ma per quella più normale: la strada della Cena, per mezzo dei comuni elementi del pane, del vino e di poche gocce d’acqua, diventati però, realmente, il Corpo e il Sangue di Gesù. L’Eucaristia, che celebriamo nei nostri Cenacoli, é il pane disceso dal cielo, che porta in cielo chi lo mangia.
“Chi mangia questo pane, vivrà in eterno” disse Gesù. Gioia grande se, chi ascolta, capisce che tutto ciò è vero ed è alla portata di tutti. Per ricevere l’Eucaristia, si dovrebbe essere disposti a fare, anche a piedi, ore di cammino. Vince il più forte. Mangio il pane! Divento quel pane, cioè Gesù. Un guaio non sentirne più il bisogno, magari spentosi dopo la festa della prima comunione.
don Rinaldo Sommacal