Omelie

Omelia del 23 dicembre 2012 - Avvento IV

ANNO C - 2012

E’ il Natale che bussa alla nostra porta o siamo noi che, nelle tappe del tempo, siamo invitati a bussare alle porte di Dio, il Vasaio che chiede di farsi vaso di creta come noi? E se fossero entrambi a bussare?

La Parola di Dio trabocca di allusioni straordinarie, per cui possiamo ben dire che il Natale del 2012 è il Natale di sempre, ma è anche il Natale nuovo, cioè, non tanto quello di 2000 anni orsono, ma quello che dona nel SEMPRE il Verbo di Dio che si fa uno di noi, per perpetuare nel tempo il Natale, cioè la perenne rinascita dei figli dell’uomo in figli di Dio, per mezzo dell’ Emmanuele.

Ripetiamo la domanda: “il Natale chi riguarda? Dio o noi?”.

“Entrambi!” rispondiamo senza alcuna ombra di dubbio, non meccanicamente, da cristiani sazi e stanchi, ma con la vigoria della fede, seminata in noi il giorno del nostro battesimo e oggi, a seconda delle età e della coerente condotta di vita, diventata un tralcio della mistica vite, un ramo dell’albero della vita, seme fecondo inseminato nel grembo della Chiesa, nuova Maria, chiamato a risorgere con il Risorto e rigenerare tutto il creato.

Da cronisti del grande evento, ci chiediamo: “Quale terra ha accolto il primo vagito di Colui che, creato il mondo e l’uomo, ci ha chiesto l’assenso di farsi creatura umana?”.

Lo profetizzò Michea, uno dei più piccoli profeti, ma che fece una affermazione, ignorata nel tempo, riesplosa, dopo affannose ricerche, al tempo dei Magi che chiesero al re Erode: “Dove è nato il re dei giudei?”.

Cerca che ti cerca…, alla fine ecco riemergere la dimenticata profezia di Michea, che aveva detto: “ E tu, Betlemme di Efrata, così piccola per essere tra i villaggi di Giuda, da te uscirà per me colui che deve essere il dominatore in Israele. Egli si leverà e pascerà con la forza del Signore, con la maestà del nome del Signore, suo Dio”.

Michea, obbediente, disse cose più grandi di lui.

Non poteva sapere cosa contenessero affermazioni come questa : “Egli…pascerà con la forza del Signore… con la maestà del suo Dio”.

Michea interpretava la promessa di Dio con le sue limitate capacità umane. Anche se sfiorò l’idea che, quel dominatore uscito da Dio, sarebbe stato lo stesso Dio.

Mai però avrebbe osato dire: “Quell’uomo, quella creatura fragile, che nascerà nella piccola Betlemme, sarà Dio in persona, il Creatore che si fa creatura.

Per nascere come figlio dell’uomo, il Verbo di Dio dovette sottoporsi ad un abbassamento tremendo di ordine ontologico. “Annientò se stesso” dice Paolo apostolo. Prima di lasciare il cielo, il Figlio disse al Padre: “Vengo… per fare la tua volontà” a qualsiasi prezzo.

Cosa fare, per essere degni di ricevere il Dio che continua a farsi Emmanuele con ognuno di noi?

Chiediamoci: “Lo abbiamo accolto veramente?

Lo abbiamo fatto crescere? E’ rimasto eterno bambino? Per caso lo abbiamo dimenticato per le strade del mondo, o peggio, (ma non può essere il nostro caso), lo abbiamo messo alla porta?”. Svegliamoci e, con Maria e Giuseppe, andiamo a Betlemme. Chi va, porti il Gesù che è già in lui; ritorni con il Gesù che eternamente viene. Affrettiamoci!

Il parroco: don Rinaldo Sommacal