Omelie
Omelia del 2 dicembre 2012 - Avvento I
ANNO C - 2012
Quelli che, come noi, ruotano come pianeti attorno al sole che è Cristo, sono invitati a festeggiare il capodanno.
Il capodanno cristiano celebra gli inizi di tre eventi, tra loro connessi, come lo sono i rapporti tra figli e genitori.
Il primo evento che oggi noi evochiamo, con la mediazione di Cristo, è l’origine di quanto esiste, l’inizio dell’intero universo: invisibile quello degli angeli e visibile quello che sta davanti ai nostri occhi giorno e notte.
Noi, con le capacità che la fede ci trasmette, possiamo, con stupore, tendere l’orecchio della nostra mente contemplativa, per sentire la voce di Dio che, dall’eternità, con il linguaggio che Gli è proprio, pronuncia quella Parola che fa quello che dice.
Disse e continua a dire Dio: “Sia la luce e la luce fu”.
Noi crediamo a quel venire dal nulla, per opera di Chi già esisteva e poteva dire sul nulla: “Sia la luce”, cioè ci sia il misterioso big-bang, inizio di quel meraviglioso, lento progressivo e provvidenziale evolversi della luce, per diventare cielo stellato di notte e luminoso di giorno, per permettere a certi frammenti di stelle, gettati negli spazi, di diventare nei secoli dei pianeti, tra i quali finora conosciuti, solo la terra è capace di ospitare quello che agli inizi il Creatore e Signore disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine. Maschio e femmina li fece e disse loro: “Crescete e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela”. Ai progenitori Dio disse, in modo confidenziale, propositivo e non impositivo: “Vi do ogni erba che produce seme, ogni altero fruttifero…e così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto; ed era cosa molto buona”.
Mentre i credenti, con semplicità, bevono nel modo giusto questa descrizione volutamente non scientifica, ma capace di mandare in estasi il mistico, certi presunti scienziati, prendendo il posto dei teologi e dei biblisti, dicono: “Non Dio, ma il big-bang” è l’origine dell’universo”.
Noi, ai piedi di questo nuovo anno, che vuol essere la continuazione degli inizi, accettiamo la sfida e chiediamo: “Ma il big-bang da dove, per opera di chi e come avvenne?”. Al loro silenzio, poggiando, con ritrovata gioiosa giovinezza, il piede sul primo gradino di questo nuovo anno di grazia, noi rispondiamo in coro: “Credo in Dio,… Creatore e Signore del cielo e della terra”.
Ma non dimentichiamo il ‘qui e ora, della storia della creazione, che è sempre un perenne inizio.
Nei secoli, Dio continuò a parlare a noi, anche se noi, spesso, saturi della nostra supponenza, siamo stati sordi e ci siamo creati innumerevoli e ben nascosti altri idoli, che sottostanno ai nostri voleri promossi dall’egoismo.
Siamo qui, umili, a dire al Signore: “Continua la tua opera della creazione, a cui hai aggiunto l’opera della salvezza, immettendo entro la nostra umanità la tua Parola che si è fatta Emmanuele, cioè ‘Dio con noi’, per permettere a noi di diventare famiglia con Te.
Terzo evento: realizzare il ‘non ancora’. Camminiamo con Cristo, per Cristo ed in Cristo verso Dio, portando a Dio la creaturalità nostra e dell’intero universo.
Se è così, con il nuovo Avvento possiamo dire, a qualsiasi età: andiamo a Dio, “qui laetificat iuventutem meam”.
Il parroco: don Rinaldo Sommacal