Omelie
Omelia del 25 novembre 2012 - Cristo Re
ANNO B - 2012
La Festa di Cristo Re conclude l’Anno Liturgico 2011-2012.
Apre le celebrazioni il profeta Daniele.
Dall’abisso dei tempi, egli, con il potere ricevuto da Dio, in vista del giudizio finale, scruta ogni angolo, palese o nascosto, del creato.
Giudizio finale che non sarà più nelle mani degli uomini, ma di Dio, l’unico giudice imparziale della storia dell’universo e di ciascun essere vivente.
Egli scrisse le leggi fisiche e morali che, con autorità ed infallibilità, guidano il creato verso la sua definitiva conclusione, per un dopo ancor più sbalorditivo.
Verità che affermiamo ogni domenica quando in coro diciamo: ‘Credo in Dio… Creatore e Signore del cielo e della terra’. Ci sarà un big-bang alla rovescia?
Profetizza Daniele: “…ecco venire…uno simile a un figlio d’uomo…Gli furono dati potere, gloria e regno…Il suo potere è un potere eterno, che non finirà mai”.
Domandiamo a Daniele: “Chi è Costui, che tu profetizzi?”.
Per lui ci risponde l’apostolo Giovanni: “E’ Gesù Cristo …il sovrano dei re della terra”. Ed aggiunge: “Ecco, viene con le nubi e ogni occhio lo vedrà”.
Ma noi, attenti lettori del vangelo, non troviamo traccia alcuna che ci dica che Gesù si è comportato come un Re.
Lo conosciamo, invece, come Colui che, entrando nel mondo, disse al Padre: “Vengo, per fare, non la mia ma la tua volontà”. Quale fu il prezzo che pagò per fare fino in fondo la volontà del Padre e meritarsi il titolo di ‘Re’?
Ce lo dice Paolo apostolo, con uno struggente inno, in cui si svela tutto il mistero della regalità di Cristo.
Eccolo! Spine per corona e una croce per trono.
L’aveva predetto: “Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me”. A Pilato, che gli chiese: “Dunque tu sei re”, senza esitazione alcuna Gesù rispose: “Tu lo dici, io sono re”. Ma aggiunse: “…il mio regno non è di questo mondo”. Come rivelò ed esercitò la sua regalità Gesù, che, prima di farsi uomo, è il Creatore e il Signore di quanto esiste, e che, alla fine, apparirà con tutta la sua potenza e gloria? Gesù si guadagnò, anche come uomo, la regalità sull’ intero creato, ricevendo la natura umana dalle vergine Maria. Ma a quale prezzo! Sentiamolo raccontare dall’apostolo Paolo che, dopo averlo glorificato, di Cristo dice “… è immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura, …tutte le cose sono state create da lui e in vista di lui… piacque a Dio di far abitare in lui ogni pienezza”.
Poi aggiunge questa inaspettata e sbalorditiva affermazione: “ …pure essendo di natura divina… spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio lo ha esaltato…”. Ecco la radice unica di ogni autorità vera, che non sia una rapina di potere: comandare per e con amore, obbedendo al vero e al giusto. Gesù, per avere su di noi il titolo di Re, cosa fece? Si sprofondò entro la nostra povera, peccatrice natura umana e ci donò se stesso. Chiamati a condividerne la regalità, è facile capire che regnare significa servire.
Il parroco: don Rinaldo Sommacal