Omelie

Omelia del 18 novembre 2012 - Per Anno XXXII

ANNO B - 2012

La lettera agli Ebrei, che ci ha accompagnato per tante settimane, termina oggi le sue grandi lezioni sulla figura di Cristo, l’Unigenito del Padre, il Principio e il Fine di tutto il creato, la Provvidenza silenziosa e permanente che fa sussistere quanto esiste, l’unico Mediatore tra Dio e gli uomini, ecc. Non dimentichiamolo!

Tra i tanti titoli attribuiti a Cristo, il più alto, sublime, anche enigmatico, finalizzato tutto a nostro favore, è quello di Cristo ‘Sacerdote e Vittima’.

Mentre prima di Cristo aumentavano sia le comunità dei sacerdoti, sia il numero dei sacrifici, nessuno dei quali, però, eliminava i peccati e le loro conseguenze, Gesù immolando se stesso fece risorgere noi, quindi ascese per sempre alla desta del Padre, ‘in attesa che tutti i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi’.

La Chiesa è santa, non perché i suoi membri, sacerdoti e fedeli, siano santi, ma perché Gesù è il santo: dalla Sua sapienza piove su di noi il vangelo della salvezza; dal suo cuore sgorga ininterrotto il fiume d’amore che si fa redenzione per chi lo cerca e lo accoglie.

Nella Chiesa ogni sacerdote, consacrato per rinnovare qui e ora ciò che Cristo, eterno, unico e sommo sacerdote, ha compiuto una volta per sempre, come insegna il magistero infallibile , agisce ‘in persona Cristi’.

Una domanda: “Cercate Cristo, il sommo sacerdote che continuamente dona a chi lo trova, la santità?” Risposta: “Andate dal sacerdote alter Christus”.

Tu sacerdote in Cristo, vuoi essere, qui e ora, il Cristo che dispensa la remissione dei peccati e la salvezza eterna?

Sii il primo a dirGli: “Signore non sono degno che Tu operi attraverso di me, ma dì una sola parola e anch’io posso redimere e salvare chi le cerca da te attraverso di me”. Quanto detto illumina in parte le altre due pagine oggi sentite, cariche anche di interrogativi inquietanti, come: “A quando la fine del mondo?Perché avvengono gli enormi e imprevisti flagelli, che devastano questa piccola terra? Chi li invia? Quali le responsabilità dell’uomo? E’ Dio che castiga per punire e correggere?”.

I credenti in Cristo sono i primi a porsi, con serietà, gli interrogativi, che da sempre Gesù ci invia, prima attraverso i profeti, da ultimo predetti da Lui in persona.

Ma Gesù ci ha anche detto su quali strade noi siamo chiamati a camminare, per dare una risposta positiva ad ogni triste evento, morte compresa.

Gesù è il nostro invisibile arcangelo Michele che sta alla testa dei costruttori di pace e del vero progresso, ma anche per prevenire, dove è possibile, i flagelli, smascherarne le cause, restaurare presto i danni causati.

Sradichiamo fin dalle loro fondamenta le radici della ingiustizia che è al potere. Potere donato da Dio per il bene di tutti e non per i loschi affari di pochi, vere e spesso nasc one oneste, ritenute dai corrotti stolte, perché hanno sempre seguito, anche con grandi sacrifici, la retta coscienza. Sono i giusti che in vita, nel nome di Cristo, hanno sempre gettato semi di opere buone. Ma Dio benedice anche quanti, pur non conoscendolo, sono stati ‘uomini di buona volontà’.

Il parroco: don Rinaldo Sommacal