Omelie
Omelia del 21 ottobre 2012 - Per Anno XXIV
ANNO B - 2012
Come freccia appuntita il profeta Isaia lancia oggi una sua confidenza, che diventa un monito a quanti credono in Dio.
Ecco le parole esatte del profeta: “Il Signore Dio mi assiste e mi ha aperto l’orecchio…e io non mi sono tirato indietro”.
Perché le considero una freccia appuntita?
Perché ci capita sovente di dubitare di Dio, soprattutto quando, di fronte a certi disastri naturali o voluti dall’uomo, ci chiediamo: “Dov’era Dio?”.
Porre l’interrogativo è più che legittimo. Se non sbaglio, anche Giovanni Paolo II, ad Auschwitz, davanti a tanta inspiegabile brutalità, sentì il silenzio di Dio; così, mi pare, si espresse anche il cardinale Carlo Maria Martini, recentemente chiamato da Dio.
E’ logico che anche il credente, perfino il santo, di fronte a certi eventi inspiegabili, si chieda: “Ma Dio dov’era?”.
Isaia non li condanna.
Ma Isaia apre una finestra su Dio e ci fa capire che Dio, nella storia, rispetta la libertà dell’uomo, fa capire che gran parte dei misfatti non sono originati né da Dio, né dal caso, ma quasi sempre dalle colpe degli uomini.
Ci aiuta a capire anche la legge naturale: come per tutto il creato e per la nostra amata terra, anche per l’uomo c’è un inizio e una fine.
Ma ecco, al di sopra di tutte le nostre ipotesi e il nostri dubbi ed interrogativi, scende da Dio, per mezzo del profeta, questa promessa, che sa di giuramento.
Dice il profeta: “Il Signore mi ha aperto l’orecchio… Il Signore Dio mi assiste”.
Al credente, a noi tirare una nobile conclusione: davanti a certi eventi non è peccato chiederci “ma Dio dov’era?”, purché sia una preghiera e non una bestemmia contro Dio, quando sappiamo che Dio in Cristo è partecipe di tutte le sofferenze, anche misteriose, dell’uomo.
Gesù, come uno di noi, nuovo Giobbe, chiese al Padre: “Perché mi hai abbandonato?”. Ma poi disse e ci insegna a dire sempre e ovunque: “Non la mia, ma la tua volontà sia fatta”. Mai perdere la fede in Dio.
Quale la volontà di Dio?
Ecco Isaia lanciarci la sua freccia che risana dove arriva: “Il Signore mi assiste”. Proviamo ad immaginare il contrario, cioè a far diventare una bestemmia l’interrogativo: “Ma Dio dov’era?”.
Le conseguenze sarebbero terribili. Non ci sarebbe alternativa alla disperazione.
Che Gesù, l’uomo dei dolori, ci aiuti a superare ogni dubbio contro Dio e ci assicuri che, nelle prove, Dio, pur silenzioso, è completamente partecipe e, se è possibile dire una frase che i teologi possono contestare, “Dio piange con noi”.
Chi arriva a tanto, come il profeta può concludere, dicendo: “… per questo non resto confuso”.
Per giungere a tanto, è necessario che, alla domanda di Cristo, che promette di essere con noi, anche noi, con Pietro, l’esempio delle nostre fragilità, sappiamo dare la risposta giusta: “Tu sei il Cristo”.
Ma non imitiamolo quando vorrebbe distruggere la croce.
Il parroco: don Rinaldo Sommacal