Omelie
Omelia del 16 settembre 2012 - Per Anno XXIV
ANNO B - 2012
Attraverso Isaia, senza dubbio il più grande profeta della prima Alleanza, sento che è Dio che vuol parlare con noi.
Dice il profeta: ‘al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori’.
Rivolgiamo al profeta, che ci risponderà, a nome di Dio, due domande.
Prima domanda: “Chi è questo individuo, che Dio si compiace di prostrare con dolori?”
Seconda domanda: “Ma perché Dio fa la figura di colui che si diverte nel torturare quel ‘tale’?
Isaia ci risponde e ci dice: E’ Dio, che mi ha comandato di dire questo.
Attraverso di me, Dio presenta il promesso Messia.
Il Messia adempirà, in modo sovrabbondante, la volontà di Dio.
Dirà, entrando nel mondo: ‘Vengo o Padre a fare la tua volontà’.
Noi, scandalizzati, incalziamo il profeta e gli chiediamo: “Come mai Dio si compiace di prostrare il suo Messia, che si rivelerà essere addirittura Suo figlio unigenito?”.
La risposta di Isaia non si fa attendere: “Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, … si compirà per mezzo suo la volontà del Signore”.
E noi ad Isaia: “Quale è questa volontà divina che giustifica la passione e morte del figlio Suo?”.
La risposta è chiara e ad un tempo strabiliante.
Ci risponde Dio in persona: “Il giusto mio servo giustificherà molti, perché si addosserà le loro iniquità!”.
E noi, sempre in ritardo di comprensione, ci domandiamo: “Cosa può giustificare la morte di Dio pur di ridare la vita a questa sua creatura, che ha voluta a ‘sua immagine’ ma che Lo ricambiò con una madornale disobbedienza?”
Ecco la risposta, che non potevamo né immaginare e tanto meno chiedere: “Tu uomo, tu donna, voi, progenitori, voluti da Dio come sua immagine visibile e fatti per essere l’uno il completamento dell’altra e viceversa, capaci di procreare, (potere che viene subito dopo quello divino che crea dal nulla), avete capito quanto valete davanti agli occhi di Dio? Se Dio ha voluto liberamente morire per farvi vivere, Egli l’immenso, l’eterno, l’amore assoluto, nella passione e morte del Figlio vi dice quanto siete prezioso ai suoi occhi”.
Dio si compiace di prostrare suo figlio,(e anche sé stesso) perché solo così poteva rialzare noi, sua mirabile immagine.
Dio non è un padre sadico che gode di far soffrire, fino alla morte, i suoi figli.
Dio, invece, pur di far risorgere noi, sua immagine terrestre, destinata alla condivisione celeste, ci ama così tanto da lavare la nostra colpa, che ci meritava la morte, prendendo il nostro posto. Nessuno ama più di colui che sa dare la vita per la persona amata: lo disse Colui che versò il suo sangue per noi. Quanto gli costò il perdono! E noi?
Entrati magari un po’ distratti in chiesa, stiamo riscoprendo chi siamo e quanto ci ama il Signore.
Gli chiediamo, con il ritornello del salmo: “Donaci, Signore, il tuo amore”.