Omelie

Omelia del 9 settembre 2012 - Per Anno XXIII

ANNO B - 2012

La Parola di Dio è presente nella Bibbia e nella Tradizione, ma è trasmessa, in modo inadeguato, dai profeti e dagli eventi veterotestamentari.

Divenne pienezza con l’incarnazione del Figlio di Dio, che ama farsi chiamare ‘Verbum Dei’, Parola di Dio.

Parola che ha la potenza di fare quello che dice.

La Chiesa, sulla mensa eucaristica, come prima portata, depone la Parola di Dio, cibo per le nostre orecchie, per la nostra capacità e voglia di conoscere, sapere, pensare, progettare e decidere da credenti in Cristo…

La Parola di Dio è il cibo che ci porta a capire ancor più la misteriosa, straordinaria e insuperabile Cena del Signore. Cosa ci offre, oggi, la Parola di Dio, a partire dal grande Isaia, passando attraverso Giacomo apostolo e pastore, per giungere a quello che poco fa abbiamo chiamato “PAROLA”, cioè Gesù che, come Dio è la verità tutta intera e come figlio di Maria, cioè come uomo, ce la trasmette come seme che ha bisogno dell’intera storia per realizzare tutta la sua pienezza. Noi diventiamo il terreno su cui cade nel tempo il seme della Parola, che, a seconda del nostro impegno nell’ascoltarla, capirla, viverla e trasmetterla, la portiamo a fiorire a seconda delle stagioni ed a dare i frutti di salvezza, in vista dei tempi ultimi, che solo il Padre conosce e nessun potere umano può rivelare.

Cosa ci consegna il profeta Isaia?

Isaia, quando è necessario, dona alla Parola di Dio la veemenza della spada. Dio non è una spada, ma il Profeta, per smascherare i peccati di chi ascolta e riportare tutti entro la famiglia di Dio, usa quello che il vocabolario della sua cultura e del suo carattere gli mettono in bocca.

Per questo, dopo aver letto un brano dell’Antica Alleanza, diciamo: “Parola di Do”, e non “E’ Parola di Dio”.

E’ Dio che parla, ma attraverso l’imperfetta parola del profeta.

Questa volta, però, Isaia è sereno e rivela un gioioso futuro. A nome di Dio dice al popolo, liberato dalla schiavitù: “Coraggio, non temere. Dio viene a salvarti”.

Come sono attuali queste parole!

Oggi siamo tutti sotto una strana tirannia, che è stata subdolamente generata proprio da chi voleva sostituirsi a Dio e imperare da dio sul mondo, attraverso la forza del denaro, delle armi, della tecnologia e del potere.

Noi, figli dell’uomo, ma anche figli di Dio in Cristo Gesù, dobbiamo l’un l’altro dirci: “Coraggio”.

Dalla nuova schiavitù, più o meno pesante, ma sicuramente ancora molto pericolosa, possiamo e dobbiamo rinascere come persone nuove e tornare ad essere umili, scoprendoci fratelli, perché figli di Dio.

La vera salvezza universale verrà se obbediremo a Cristo gioiosamente. In questo non siamo secondi a nessuno. Allora si avvereranno le parole dell’apostolo Giacomo: “Dio non guarda quello che hai, ma quello che sei. Sei persona, preziosa ai Suoi occhi. Se tu, persona, sei nel bisogno, devi trovare nei tuoi fratelli l’aiuto necessario per ritornare ad essere nobile in dignità.

Ecco cosa significa il miracolo che Gesù fece nel guarire un sordo-muto: non essere sordi davanti a chi ha veramente bisogno. Purificare il linguaggio della lingua. 

 Il parroco: don Rinaldo Sommacal