Omelie
Omelie del 2 settembre 2012 - Per Anno XXII
ANNO B - 2012
Ha ragione Mosè che, a nome di Dio, detta al popolo leggi e norme con l’obbligo di osservarle alla lettera, o ha ragione Gesù, fonte della legge, che distingue tra i comandamenti di Dio e le norme degli uomini, i quali interpretano il volere di Dio con criteri soggettivi?
Gesù, contemporaneamente legislatore e legge, che interpreta infallibilmente il bene e il male, ai farisei, che si ritenevano gli unici interpreti di Mosè, con coraggio e estrema sincerità, dice: “…trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini”.
I farisei, osservanti, ponevano come principio della morale il perfezionismo, frutto delle loro sofisticate elucubrazioni teologiche.
Gesù, rompendo l’incanto della perfezione legale con le sue centinaia di norme, osservando le quali uno poteva definirsi ‘giusto’, afferma con autorità divina: “Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Dal di dentro, cioè dal cuore degli uomini escono i propositi di male…”.
L’insegnamento di Gesù è limpidissimo ed anche rasserenante.
Alla luce di questo insegnamento quanti presunti colpevoli sono innocenti agli occhi di Dio e quanti, osservanti perfetti delle leggi e delle norme degli uomini, nascondono in loro l’impurità della mente e del cuore.
Per non lasciarci nella incertezza, Gesù enumera i veri peccati che, prima di essere nelle azioni, sono nel pensiero, nelle scelte della mente e del cuore.
Peccatore sempre, anche quando, per mascherarsi, fa opere di bene, è colui che coltiva nella sua mente e nel suo cuore, intenzioni impure, cattive, immorali.
I veri peccati non sono in primo luogo nelle azioni, ma nelle intenzioni perverse.
Se la cattiva intenzione della mente e del cuore, sfocia nell’azione, allora il male morale diventa anche un peccato sociale.
Se l’azione di una persona è peccaminosa, allora bisogna interrogare il pensiero di chi la ha compiuta.
Se ha agito con lucida cattiveria o con una cattiveria confusa, o senza volerlo, la colpa cambia di peso morale.
Spesso può capitare che la giustizia umana liberi un vero colpevole e condanni un innocente.
La giustizia divina, invece, non sbaglia mai.
Ecco perché Gesù, altrove dice: “Non giudicate!”.
Solo Dio può giudicare.
Dopo queste riflessioni, a noi tirare le dovute conclusioni: domandiamoci cosa guida i nostri pensieri e le nostre invisibili decisioni della mente e della volontà.
Siamo avidi, malvagi, bugiardi, invidiosi, superbi, stolti, calunniatori come dice il Maestro?
Allora ciò che facciamo, anche se apparentemente sembra un bene, (e socialmente, per fortuna, è un bene), se lo compiamo con un cuore cattivo, siamo peccatori.
Gesù ci invita alla conversione, finché siamo in tempo.
Come? Interrogando la nostra retta coscienza, guidata da Dio e dagli insegnamenti di Gesù, affidati alla sua Chiesa, che a sua volta deve sempre purificarsi, perché santa e peccatrice nello stesso tempo, ma madre di misericordia.
Il parroco: don Rinaldo Sommacal