Omelie

Omelia del 15 agosto 2012 - Assunzione

ANNO B - 2012

Maria Assunta anima e corpo in cielo.

Come Gesù, anche Lei non vide la corruzione, ma lo sfolgorante prodigio della risurrezione: mistero da affermare (perché verità di fede), ma impossibile da spiegare con parole comuni.

Maria, con il suo nuovo corpo e con la soprannaturale capacità di vedere Dio direttamente e non solo attraverso specchi, fu portata in paradiso.

Il paradiso non è un luogo, ma uno stato di vita completamente nuovo rispetto al nostro presente.

Le diverse correnti di spiritualità mariana, che hanno anche ispirato gli artisti del pennello, dello scalpello, della penna e del canto, hanno aggiunto versioni su versioni su come è potuto avvenire questo duplice evento: la risurrezione di Maria e la sua Assunzione in cielo.

Se Gesù è il Dio disceso nell’umanità, per salvarla, Maria è la primizia dell’umanità che sale fino a Dio.

Se Gesù è l’unico mediatore della salvezza operata da Dio per tutti gli uomini, Maria, sua Madre è colei, che, sola, permise a Dio di farsi il Redentore, il Salvatore.

Maria è e rimane per l’eternità la Madre di Dio.

E’ e rimarrà per Dio l’unica creatura in tutto l’universo, che Gli ha permesso di farsi uomo e, di conseguenza, di realizzare il disegno di donare all’uomo la stessa sua natura. Infatti, in Cristo, il figlio di Maria, noi possiamo realizzare il grande progetto della Santissima Trinità: fare famiglia con Dio.

Come? Innalzando l’uomo a Dio con Dio che si fece uomo.

Chi può fare ciò? Solo Dio.

Ma Dio, per fare questo, ha bisogno che l’umanità Gli offra un consenziente grembo vergine e materno.

Maria, con il suo libero e ponderato “SI” al divin sposo, divenne la nuova Eva, la madre della nuova umanità.

Siamo entro le stanze del secondo mistero principale della nostra fede che recita: “Incarnazione, passione, morte e risurrezione di Gesù, il figlio di Dio, il figlio di Maria.”

Se quanto abbiamo detto e meditato riguarda soprattutto il chiarimento teologico e dogmatico, che è pur prezioso, la spiritualità mariana vuole che Maria sia quello che Dante disse di Lei ed a Lei il grande Dante Alighieri.

Sentiamolo: “La tua benignità non pur soccorre a chi domanda, ma molte fiate liberamente il dimandar precorre”.

Maria, anche quando serpeggia la crisi di fede tra il popolo cristiano, non dimentica mai nessuno.

Noi, quando siamo in momenti di crisi di esistenziale e di fede, stranamente ricorriamo più facilmente a Lei, perché ci sentiamo piccoli e diventa spontaneo tornare a casa, dove una mamma sempre aspetta.

Maria, perché attenta alle nostre preghiere, ci insegna una cosa: di serbare in cuore e meditare i grandi misteri della nostra splendida ed insuperabile fede cristiana; ma poi, come dice il Poeta, Maria “al dimandar precorre”. Tutte le mamme fanno trovare ai figli, che ricorrono a loro nei momenti di un qualsiasi bisogno, già pronto ciò che, magari vergognosamente, volevano chiedere.

La devozione a Maria non delude mai.

Il parroco: don Rinaldo Sommacal