Omelie

Omelia del 29 luglio 2012 - Per Anno XVII

ANNO B - 2012

Le tre letture: la prima e la terza sono consimili; la seconda proclama un altissimo valore universale e di attualità, sia religiosa che sociale.

Interroghiamo i due miracoli della moltiplicazione dei pani e dei pesci: il primo compiuto dal profeta Eliseo, il successore del grande Elia ed il secondo, ben più strepitoso, compiuto da Gesù in favore di una vera e propria moltitudine di gente.

Lasciamo agli esegeti, che conoscono a fondo i generi letterari delle varie pagine della Bibbia, disquisire sul significato dei numeri e del miracolo della moltiplicazione dei pani e del pesci.

Vogliamo sottolineare tre momenti significativi del miracolo compiuto da Gesù.

Primo momento. Gli apostoli sono spaventati dall’enorme numero della gente, dalla mancanza di cibo e dalla distanza dai negozi e vorrebbero licenziarla.

Gesù, prendendoli in contropiede, ordinò loro: “Fateli sedere”. Cosa imparare, noi, discepoli di Gesù, ed in particolare, noi, pastori del gregge umano, affidatoci da Gesù? Nei momenti di difficoltà di qualsiasi genere, anche economico, soprattutto morale e spirituale, non dobbiamo fuggire, non possiamo lavarci le mani, dicendo: “Non è affar mio”.

Nelle difficoltà di ogni genere dei nostri fratelli, non possiamo dire: “Non tocca a me”.

In momenti come il presente, quando un’intera nazione, un intero continente, anzi l’intero globo terrestre gemono, dobbiamo, nel piccolo o nel grande, a seconda delle nostre capacità e delle nostre responsabilità, dare il nostro contributo di solidarietà, di idee, di mezzi e non unirsi a quanti brillano nella critica, quasi fossimo tutti innocenti e colpevoli solo coloro che sono nella stanza dei bottoni.

Gesù prese dalla folla il poco che c’era, rese grazie a Dio e lo diede alla gente. Una volta satolli, Gesù disse agli apostoli, ancora sbigottiti ed increduli: “Raccogliete i pezzi avanzati”.

Gesù lancia una direttiva a 360 gradi, quanto mai attuale anche per noi che, stranamente, siamo assediati da due estremi: la impossibilità per molti di sbarcare il lunario e lo spreco scandaloso da parte di altri, di cibo e di vestiario, gettati nelle immondizie, quando potrebbero sfamare e vestire intere popolazioni.

Perché ognuno porti agli altri, magari pur piccolo, ma un vero contributo e non parole vuote, è necessario riscoprire il grande mistero teologico che sta nel più profondo della nostra fede cristiana e che l’apostolo Paolo così sintetizza nella seconda lettura: “Un solo corpo e un solo spirito, come una sola fede, un solo battesimo.

Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti”.

Ognuna di queste affermazioni, ha un peso formidabile; se, convertite in convinzioni ed in propositi effettivi, dai singoli e dalle varie comunità, ci condurrebbero efficacemente e gioiosamente a superare ogni ostacolo.

Anche noi, in Cristo, potremmo, nella crisi, rinnovare il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci.

Ne abbiamo urgente bisogno.

Il parroco: don Rinaldo Sommacal