Omelie
Omelia del 1 luglio 2012 - Per Anno XIII
ANNO B - 2012
C’è abbondanza di stimoli nelle letture odierne, sia per la nostra ricerca di perfezione, sia per trovare proposte concrete di vita sempre più preziosa, poiché guidata non da una semplice pedagogia umana, ma dalla stessa infinita, molteplice inesauribile sapienza divina.
E’ sorprendente quello che afferma il primo brano da poco, con avidità, ascoltato e fatto nostro. E’ un brano presente nel Libro della Sapienza, scritto quindi prima dei vangeli e prima che Dio si facesse sapienza incarnata in Gesù. Nella prima alleanza fece grande fatica venire a galla, dal profondo della coscienza umana, la verità che l’uomo, a differenza di tutte le altre creature a lui inferiori, avesse ricevuto dal Creatore l’immortalità. Proclama il libro della Sapienza: “Dio ha creato l’uomo per l’incorruttibilità, lo ha fatto immagine della propria natura”. Il brano, nella sua capacità di dire cose grandi in poche parole, ci dice anche chi ha causato la morte e la corruzione della parte materiale della nostra natura umana. Dice: “Per invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo”. Bisogna risalire alle prime pagine della Bibbia per incontrare il progetto di Dio rotto dai progenitori, tentati da Lucifero, descritto come un astuto serpente che sa sapientemente avvelenare chi è come Dio, lui che fu il più bello degli angeli e superbamente divinizzò la sua luce. Il principio di tutti i mali è sempre la superbia che ci spinge a prendere il posto di Dio, dopo aver ricevuto gratuitamente da Lui e vita e incorruttibilità, chiamati, quindi, a realizzare, con la legge dell’amore e non dell’orgoglio, la piena somiglianza con Dio e anche a raggiungere la piena salvezza nella vita eterna di Dio.
Passando attraverso la seconda lettura, che è una lezione della condivisione dei nostri beni, sia materiali che morali e spirituali, seguendo l’esempio del Maestro che, “da ricco che era, si è fatto povero per noi, perché avessimo da diventare ricchi per mezzo della sua povertà”; arriviamo alla meravigliosa pagina del vangelo, dove troviamo due modi di confidare in Dio, per mezzo di Gesù, nei momenti del bisogno. In primo luogo ci commuove, ogniqualvolta la leggiamo, la pagina che parla della intima fede di quella donna del popolo, umile, quasi vergognosa di dover manifestare pubblicamente la sua malattia imbarazzante. Cosa fa? Si disse: “Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata”. E’ la bellissima strada che percorrono verso Dio le persone umili, ma ricche di fede, che non fanno vedere all’esterno la loro ricchezza di spiritualità. Dio le vede, le conosce, le ascolta, le esaudisce e le guarisce. Poi un miracolo pubblico, quale risposta a una richiesta, pubblicamente fatta da un capo della sinagoga: “Mia figlia sta morendo. Vieni”. Gesù, tra lo stupore delle folle, disse “Talità kum”. La risurrezione della fanciulla ci dice il valore anche della preghiera fatta pubblicamente, insieme. Impariamo.
Il parroco: don Rinaldo Sommacal