Omelie

Omelia del 3 giugno 2012 - SS. Trinità

ANNO B - 2012

Il mistero che oggi stiamo celebrando, nella classifica dei misteri si trova al primo posto.

E’ il mistero della fede che ci dice che Dio è uno, è unico, ma è anche trino.

Interrogando la rivelazione, conosciamo anche il nome delle tre persone divine che fanno dell’unico Dio una famiglia. Dio c’è, è unico nella natura , ma in tre persone.

In modo velato nell’antico Testamento, in modo chiarissimo nel Nuovo Testamento, questo supermistero ci viene annunciato.

Quanti teologi e scienziati si sono dati da fare per capirlo un po’ a fondo, ma resta e resterà una verità di fede che si svelerà a noi solo dopo la nostra morte corporale e la nostra risurrezione in Cristo, che ci farà familiari di questa mistica e meravigliosa famiglia divina.

  1. Il brano di Deuteronomio, che abbiamo letto, vivendo il popolo di Dio in mezzo a religioni politeiste, si preoccupa di affermare una parte di questa verità: l’esistenza indiscussa di un unico Dio. Lo chiama Iawè. Dice il testo: “Sappi dunque oggi e medita bene nel tuo cuore che il Signore è Dio, lassù nei cieli e quaggiù sulla terra: non ve n’è un altro”. Questa verità è anche razionalmente comprensibile. Infatti, come potrebbero coesistere due o più dei? Il pluralismo di Dio è la morte stessa di Dio. Infatti, anche la sola ragione ci fa dire che Dio c’è, non può non esserci e non può che essere unico. E’ una verità che ci viene trasmessa dalla prima alleanza stipulata con Abramo, da Dio in persona. Anche noi proclamiamo questa verità nel ‘credo in Dio’. E’ la verità prima ed assolutamente intoccabile, più forte di ogni legittimo dubbio, che Dio esiste e che è unico.
  2. Ma Paolo apostolo, il principale interprete dell’insegnamento di Gesù, non dubita a predicare che, per merito di Gesù Cristo, e per opera dello Spirito Santo, anche noi diventiamo figli di Dio Padre. Senza fare una lezione sulla Santissima Trinità, Paolo predica Gesù figlio di Dio, Dio che Gesù chiama sempre Padre.
  3. Ma è Gesù che più esplicitamente, quando parla di Dio, lo chiama Padre e quando vuol proclamare la sua presenza divina per i secoli dei secoli nel creato e nell’uomo in particolare, parla dello Spirito che sarà presente ovunque come l’ interprete tra noi e Dio, tra Dio e noi. Le ultime parole di Gesù, dette, con forza e chiarezza, ai suoi Dodici, scelti perché predichino al mondo intero il vangelo, sono: “A me è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”. Questo, che è e resterà un mistero incomprensibili, da credere, perché non inventato da noi, ma rivelato da Dio Padre attraverso il Figlio e perennemente operante per mezzo dello Spirito Santo, è solo la premessa per fare un’altra affermazione sbalorditiva: che, chi crede al Figlio di Dio e viene battezzato nel nome della Santissima Trinità, entra misteriosamente a far parte della stessa famiglia divina. SS. Trinità: la nostra famiglia.

Il parroco: don Rinaldo Sommacal