Omelie

Omelia del 21 agosto 2011 - Per Anno XXI

PER ANNO XXI - ANNO A - 2011

Possiamo soffermarci su tre valori, particolarmente preziosi, contenuti nelle letture appena ascoltate.
Un richiamo forte sul valore dell'autorità e sul legittimo uso dell'autorità che ne fa chi è investito di un qualsiasi potere: religioso, politico, amministrativo, giudiziario...
E' volontà di Dio che ogni potere non sia considerato ed esercitato come una proprietà privata, ma come un valore preziosissimo esercitato unicamente per il raggiungimento del bene comune.
Se non è una proprietà privata, come lo si ha legittimamente ricevuto, o direttamente da Dio, o per mezzo di una delega democratica, così, per strade legittime, può essere revocato.
Chi lo ha ricevuto direttamente da Dio, a Dio lo restituisce quando, o per fine mandato, o per incapacità di esercitarlo, o per altra plausibile causa, non sia più in grado di esercitarlo.
Questa riflessione riguarda direttamente anche l'autorità religiosa, presente nella nostra Chiesa cattolica.
Pur affermando che nella Chiesa il potere viene direttamente da Dio, altrettanto interessante sarebbe vedere che ruolo può e deve avere la comunità cristiana che, direttamente da Dio, con i sacramenti del battesimo e della confermazione, riceve i divini poteri sacerdotale, profetico e regale, quando si tratta di fare scelte importanti che coinvolgono direttamente o indirettamente la stessa comunità, che è corpo di Cristo, quindi, a tutti gli effetti, Chiesa di Cristo.
La Chiesa, inoltre, pur non essendo di questo mondo, ma venendo dal mondo e camminando in piena corresponsabilità entro tutte le vicende del mondo, incoraggia i suoi fedeli, che sono anche i cittadini della Gerusalemme terrestre, ad impegnarsi in tutti i diritti-doveri della società civile, illuminati nell'agire civile dai valori irrinunciabili che escono dalle pagine del vangelo, a loro volta rese norme di vita e di scelte, attraverso il magistero straordinario e ordinario della Chiesa.

  1. Altro grande valore, toccato in modo forte e prezioso dalla seconda lettura, è il valore assoluto della Parola di Dio.
    E' Dio che si fa conoscere "poiché da Lui, per mezzo di Lui e per Lui sono tutte le cose", come ci dice l'apostolo Paolo.
    La prima operazione saggia che l'uomo singolo e ogni istituzione degna di tale nome, intendono fare, deve essere quella di chiedersi che cosa vuole Dio da loro, visto che Dio ci ha messi in vita e ci sostiene con la sua provvidenza.
    Alla nostra domanda ha già risposto, direttamente o indirettamente, il nostro Creatore e Signore.
    Avendoci creati a sua immagine, non ci ha lasciati orfani, ma ci ha continuamente cercato e ci ha parlato, in molti modi, attraverso i profeti e, da ultimo, attraverso Gesù, il suo figlio, Parola di Dio.
    Gesù è la pienezza della Parola di Dio che si è rivelata a noi e per noi, per dirci chi siamo e cosa dobbiamo fare, per realizzare il progetto che Dio dall'eternità ha su tutti noi.
    Gesù, la Parola di Dio, è presente nella Chiesa docente, ma anche nella coscienza di ciascuno di noi, battezzati in Cristo. Buttiamoci coraggiosamente in Cristo, con più sete di sapere.
    Potremmo rendere vive e attuali le sensazioni che Paolo provava nell'essere un tutt'uno con Gesù. "O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio" diceva. Auguro a voi e a me di fare la stessa esperienza di Paolo, visto che Gesù non è una proprietà di qualcuno, ma è un gioioso dono a tutti ed a ciascuno.
  2. Da ultimo, con stupore, riscopriamo come Pietro, uno di noi, è riuscito a vedere nella persona di Gesù, il Cristo, il Figlio di Dio.
    Domanda: per incontrare Gesù, come il Cristo, il Figlio di Dio, sono sufficienti le nostre capacità intellettuali?
    Risposta: utili sì, sufficienti no!
    Quanti intellettuali hanno incontrato Gesù, ma non ne hanno scoperto la divinità, pur riconoscendone le virtù taumaturgiche.
    Per arrivare a Gesù, il Figlio del Dio vivente, il Messia, è necessario non solo studiare, ragionare; è assolutamente necessario ascoltare Dio, con umiltà e fede vera. Non saremo noi a parlare di Dio.
    Sarà Dio a rivelare se stesso ed a rivelare noi a noi stessi.

Il parroco: don Rinaldo Sommacal