Omelie
Omelia del 24 luglio 2011 - Per Anno XVII
PER ANNO XVII - ANNO A - 2011
Gesù, con il suo stile unico ed inconfondibile, oggi ci indica il traguardo di vita a cui puntare, la strategia da seguire per raggiungerlo vittoriosamente, il discernimento sempre in atto per saper distinguere quello che è vero, buono e giusto da quello che è ingannevole e fallimentare.
- Il traguardo a cui puntare è il Regno dei cieli, cioè la nostra patria futura, chiamata con tanti nomi: paradiso, vita eterna, Gerusalemme celeste...
Alla luce dell'insegnamento di Gesù, possiamo permetterci di dire che il Regno dei cieli non è una cosa da possedere, ma è nientemeno che Dio, da cui essere accolti, per condividere tutto quello che Lui è.
Questo lo può comprendere solo chi sa amare e solo chi ha capito che Dio è amore. La parabola, che paragona Dio al tesoro nascosto che, ci dice che una cosa sola è necessaria: cercare con amore Dio amore.
Dio è il tuo cielo, lo scopo della tua vita. Più lo cerchi, più si rivela.
Dio è il tuo Creatore, è Colui che ti fa esistere, il Padre innamorato che gioca con te, ti dice che tu sei la sua felicità e che Lui, a sua volta, è la tua inesauribile felicità.
A Dino Buzzati, che temeva il paradiso come la noia eterna, dico: "Prova a pensare a questo tripudio inesauribile: Dio, l'amore infinito, che si svela a te per la strada che più tocca le tue emozioni, cioè la strada della novità infinita che si fa dialogo d'amore. Tu, che con la tua penna, sognavi e facevi sognare, scopri quel tesoro nascosto, Dio stesso, che ti farà essere una perenne novità di vita".
Questo è il Regno che Gesù ha promesso a coloro che, come noi, gli chiediamo di parlarci del paradiso. Mettiamoci in gara. - Come in tutti i traguardi, è necessario che ci sia una giusta e corretta competizione.
Di solito nelle corse solo uno vince.
Qui, nella corsa della vita, ognuno di noi è una moltitudine.
Non è con gli altri che io devo misurarmi, per tagliare per primo il traguardo.
La corsa per la vittoria io me la gioco a tu per tu con me stesso.
Non è forse vero che ognuno di noi è legione?
Cerchiamo di essere sinceri con noi stessi!
Quante volte puntiamo su numerosi traguardi parziali che allontanano dalla vittoria finale. - Qui si fa vera la terza immagine evocata da Gesù, quella della rete gettata in mare che si riempie di ogni genere di pesci, buoni e velenosi.
Non occorre essere dei geni per sentirci tutti interpellati da questa terza parabola evangelica.
A questo punto ci viene spontanea la domanda: "Ma allora io, ad un semplice esame di coscienza, che pesce sono? Mi rendo conto che non sempre sto cercando il Regno di Dio con tutte le mie forze?
Sono ancora dibattuto tra il Regno di Dio e i piccoli possedimenti del mio egoismo, del mio tornaconto, del mio opportunismo".
Gesù, ancora lui, amabilmente si avvicina a ciascuno di noi e ci rimette sulla strada della corsa giusta.
Evitiamo, perciò, di proclamarci perfetti.
Tutti dobbiamo ritrovarci in quell'immagine della rete piena di pesci buoni e cattivi.
Cosa ci chiede Gesù maestro?
Ci chiede l'impegno di cercare il vero regno di Dio, ma anche l'umiltà di confessare, strada facendo, tutti i piccoli e gravi tradimenti, per cui abbiamo spesso preferito spendere energie e vita per i nostri piccoli regni che nulla hanno a che fare con il vero Regno di Dio, anzi!
Cosa fare a questo punto?
Ritorniamo ai preziosi esami di coscienza alla portata di tutti.
Non andiamo a mormorare sui vizi e sui peccati altrui.
Ritroviamo il coraggio e l'onestà di rileggere la nostra vita alla luce della Parola di Dio che non inganna mai e sempre risana, se invocata con il coraggio della verità.
Allora si realizzerà nuovamente il miracolo proclamato dall'apostolo Paolo, che, scrivendo ai Romani, disse:
"Tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio".
Con Salomone chiediamo a Dio la saggezza del cuore.
Il parroco: don Rinaldo Sommacal