Omelie
Omelia del 26 giugno 2011 - Corpus Domini
CORPUS DOMINI - ANNO A - 2011
Cos'è il Corpus Domini? E' il festoso banchetto di famiglia, voluto, imbandito ed offerto a noi, suoi discepoli, da Gesù in persona. E' la festa del raccolto, per quanti hanno lavorato nella vigna.
Lo capiscono non i principianti, ma quanti sono passati vittoriosi attraverso le varie stagioni: dalla aratura, alla semina, alla quotidiana salvaguardia del campo ed, infine, alla mietitura.
E' la cena del ringraziamento.
- Chi sono i protagonisti di questa Cena?
In primo luogo Gesù, ma subito dopo i suoi discepoli.
E' lui, il padrone del campo, che, alla fine della sua missione, a quanti lo hanno seguito nel lavoro, offre il festoso banchetto del ringraziamento e della condivisione. Fa anche le consegne.
Nell'allestire questa cena di famiglia, disse Gesù ai suoi: "Ho tanto desiderato mangiare questa pasqua con voi".
Meticolosamente Gesù preparò e servì il menù. - La prima prelibata portata della Cena è la lavanda dei piedi.
Dice l'evangelista Giovanni, testimone oculare dell'evento: "Gesù... si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e lo cinse alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli ed asciugarli con l'asciugamano di cui si era cinto".
Ognuna di queste parole è una perla preziosa.
Più le ascolti, più le accogli, più le mediti, più le fai tue e, tu, che hai accettato di essere un invitato alla Cena del Signore, senti di essere toccato nel più profondo del tuo essere dalla infinita misericordia di Dio che, con amore senza limiti, ti chiede come dono le tue debolezze e imperfezioni morali ed esistenziali. Con un amoroso tocco, ti risana e ti restituisce la perduta innocenza, per lo più veniale, ma a volte anche grave. Ti riveste dell'abito nunziale.
Ben venga, settimanalmente, per ognuno di noi, l'invito del Maestro a metterci alla tavola della divina misericordia e sperimentare quanto è buono il Dio di Gesù Cristo che non vuole la morte del peccatore, ma che si converta, viva e possa portare agli altri il perdono ricevuto. - Dopo la lavanda dei piedi, il padrone di casa mette sulla mensa la seconda portata: il rotolo del libro, sul quale sono scritte tutte le sue parole, quelle dette al mondo per mezzo dei profeti e quelle donate a noi per mezzo della stessa Incarnazione della Parola di Dio.
Che vario e prelibato il cibo, donato a noi, della Parola di Dio!
Dio si fa Parola per noi. Mai trascurare la mensa della Parola.
Attraverso la facoltà dell'ascolto, entra e si depone in noi il seme fecondo della verità che sgorga dalla limpidissima sorgente divina del vero, del buono, del bello.
Noi, gli invitati alla mensa del Signore, abbiamo questo privilegio: di essere i discepoli di questo maestro che mai inganna e sempre risponde alla nostra domanda: "Cosa dobbiamo fare, per essere come Dio ci vuole?". Mai lasciar cadere inascoltata la Parola di Dio. - Ma Gesù non si accontenta di essere il perenne cibo dell'ascolto.
Sul più bello della Cena, quando pensiamo di aver ricevuto già tutto, ecco la straordinaria sorpresa, che ci vede protagonisti.
Gesù capotavola, improvvisamente tende le mani vuote e chiede a noi commensali un po'di pane ed un po' di vino, frutti del nostro lavoro. Cosa vuol fare con questi modesti frutti del nostro lavoro quotidiano? Quel Gesù, che, come Verbo eterno del Padre, disse: "Sia la luce e la luce fu", cioè creò dal nulla questo meraviglioso universo e con la sua onnipotente sapienza, continua a mantenerlo in vita e in una vita in evoluzione, a conclusione di quella Cena, prese in mano quel pane e quel vino che gli abbiamo offerto e, tra la sorpresa e lo stupore dei suoi discepoli prima e nostro oggi, pronuncia quelle parole che compiono il miracolo, il più grande in assoluto dopo il miracolo della incarnazione, passione, morte e risurrezione.
Con il pane in mano e con in mano il calice del vino, Gesù disse allora e lo dice oggi per mezzo dei suoi ministri: "Prendete e mangiate, questo è il mio corpo; prendete e bevete, questo è il mio sangue". Per rendere permanente nel tempo la Cena del Signore, istituì il sacramento dell'Ordine con il comando: "Fate questo in memoria di me". Il nostro più bel commento a questa festa è: "Non possiamo più fare a meno dell'Eucaristia e della Domenica".
Il parroco: don Rinaldo Sommacal