Omelie
Omelia del 5 giugno 2011 - Ascensione
ASCENSIONE - ANNO A - 2011
- Per rendere presenti qui e ora i misteri della vita di Gesù e della nostra salvezza, dobbiamo chiedere alla liturgia, che stiamo celebrando, che ci faccia traghettare dalla abitudine alla novità. Essendo noi quasi tutti nati in famiglie cristiane, ci siamo rivestiti epidermicamente di tutti i principali misteri della nostra fede, fino al punto che non ci dicono un gran ché, pur essendo di importanza vitale per la nostra spiritualità, per esempio come l'aria per la vita del corpo.
Chi di noi, durante una qualsiasi giornata, si ferma e dice a se stesso: "Ma tu stai respirando. Ma tu attingi istante per istante dall'aria, senza rendertene conto, lo straordinario dono della vita".
Probabilmente nessuno. Ma il prodigio c'è ed è all'opera, con lo stesso valore esistenziale che, se capito con la dovuta coscienza, ci farebbe gridare al miracolo.
Così è di tutti i meravigliosi misteri della nostra fede cristiana.
Misteri che, narrati dalla sempre nuova Parola di Dio, presente nei vangeli, ci vengono donati e fatti rivivere ogni domenica, attraverso una sobria, breve, ma miracolosa attualizzazione liturgica.
Misteri di vita soprannaturale che sono in azione, in noi che li abbiamo accolti, in ogni istante della nostra vita, come l'aria per il corpo che, se venisse meno per 5 minuti, tutti moriremmo. - Con la liturgia riviviamo, oggi, lo storico e mistico evento della Ascensione in cielo di Gesù, quaranta giorni dopo la sua gloriosa risurrezione. Innanzitutto il fatto. E' di una semplicità ed evidenza sconcertante.
Narra il libro sacro: "Egli (Gesù) si mostrò ad essi (gli apostoli ed i discepoli), vivo, dopo la sua passione".
A quanti gridarono e continuano con accanimento a gridare all'inganno, ecco invincibile la cronaca quasi giornaliera, fatta dai contemporanei di Gesù ai loro stessi coetanei e testimoni, che avrebbero gridato allo scandalo, se gli apostoli avessero barato.
Gesù, vivo, per ben 40 giorni apparve loro, parlando delle cose riguardanti il regno di Dio.
Stava a tavola con loro. Più volte Gesù disse loro che era necessario che ritornasse al Padre, promettendo però di ritornare, ma non più con il suo corpo visibile, relegato ad un solo luogo, bensì attraverso il suo Spirito divino, con la possibilità di essere contemporaneamente in ogni luogo ed in ogni persona. Promise solennemente Gesù: "Tra non molti giorni sarete battezzati in Spirito Santo".
Detto questo, rompendo ogni indugio, Gesù, davanti alla loro vista, stupita ed incredula, "fu elevato in alto".
Quello che provarono gli apostoli in quell'istante rimarrà indescrivibile. Non potevano staccare gli occhi dal cielo.
Gesù inviò loro due misteriosi messaggeri che dissero agli Apostoli: "Uomini di Galilea, perché state a guardare in cielo?". Quali insegnamenti trarre per noi? - La pagina del vangelo, nel riprendere il racconto della ascensione, consegna oggi a noi il comandamento che Gesù diede ai suoi ed alla sua Chiesa.
Disse Gesù: "A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo... Io sono con voi tutti i giorni".
Sì, abbiamo capito bene. Dobbiamo capirlo, però, non con l'abitudine, ma con lo stupore di chi lo sente per la prima volta. Gesù è con noi, sempre, in particolare oggi, in quest'ora.
I santi, davanti a questa verità, cadevano in estasi.
Non è necessario sperimentare l'estasi divina, ma risvegliare la coscienza di essere dei battezzati in Cristo e di essere del corpo di Cristo un membro vivo e vitale questo sì.
E' l'emozione che io provo ogni volta che battezzo un bambino.
Facciamo rifluire nelle nostre vene spirituali i vari doni che Gesù ci ha inviato, in forma permanente, con lo Spirito Santo.
L'apostolo Paolo, come primo dono da invocare dallo Spirito Santo, ci indica il dono della sapienza. Una novena per invocarlo.
E' il dono che illumina la nostra mente per conoscere il Dio di Gesù Cristo, per amare sempre più Gesù Cristo Dio, per far fluire nella nostra intelligenza e coscienza quello che è vero, buono e giusto.
Il parroco: don Rinaldo Sommacal