Omelie

Omelia del 29 maggio 2011 - Pasqua VI

PASQUA VI - ANNO A - 2011

  1. Abbiamo ascoltato, con stupore, le grandi opere compiute da Filippo.
    Chi è Filippo?
    Non è Filippo di Betsaida, l'apostolo che compare più volte nei vangeli.
    E' Filippo di Gerusalemme, uno dei sette laici sui quali gli Apostoli imposero le mani e li consacrarono diaconi.
    Nella Chiesa, il diacono permanente, teologicamente parlando, è colui che più assomiglia al Verbo di Dio fattosi carne umana.
    Il Diacono permanente è un cristiano laico. Rimanendo un laico della Chiesa, con una speciale consacrazione entra a far parte dell'ordine sacro, sacramento che, in pienezza, è posseduto dai vescovi e dai presbiteri.
    "I Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: Non è giusto che noi lasciamo da parte la Parola di Dio per servire alle mense. Cercate fra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. Noi invece ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola".
    Così nacquero i diaconi all'interno della comunità cristiana, la Chiesa.
    I primi diaconi dovevano occuparsi soprattutto dei bisogni dei poveri.
    Filippo diacono, si accorse che uno dei pani di cui era estremamente povera la gente, era la conoscenza di Gesù, della sua Parola e della sua Chiesa. Filippo scelse la mensa della Parola e predicò il vangelo di Gesù.
    Da chi andò Filippo?
    Non dai suoi di casa, compito relativamente facile, data l'ansia con cui in Palestina in quel tempo si attendeva il Cristo, il Messia promesso. Filippo, perfino anticipando Paolo, che diventerà l'apostolo delle genti, cioè di quanti erano ritenuti pagani, lasciò Gerusalemme, dove la gente accorreva anche solo per essere toccata dall'ombra di Pietro che passava.
    Filippo andò dai vicini di casa, i Samaritani che erano socialmente, politicamente e religiosamente nemici degli ebrei, fossero essi Giudei o Galilei. Ricordate la Samaritana che sfacciatamente disse a Gesù: "Come osi tu, galileo, chiedere acqua a me che sono samaritana?".
    Ecco da chi andò il diacono Filippo, che, lo confermo, sì diacono, ma pur sempre 'laico', figura di Gesù, che, come figlio di Dio è Dio, ma come figlio di Maria è uomo, uno del popolo, un laico; figura anche di tutti i battezzati che, pur non ricevendo il primo gradino del sacramento dell'Ordine Sacro, dal battesimo sono stati elevati al diaconato di fatto.
    Il battezzato è elevato da Cristo alla regalità del servizio, perché per i cristiani regnare significa servire e questo, in parole ecclesiali, significa esercitare la diaconia.
    Le folle, unanimi, prestarono ascolto alle parole di Filippo.
    Molti si convertirono a Cristo e chiesero il battesimo.
    Pietro e Giovanni, apostoli, sui neobattezzati da Filippo imposero le mani ed essi ricevettero la pienezza dello Spirito Santo.
    Cosa avvenne?
    Che i Samaritani, accogliendo ed ascoltando Filippo, accolsero Gesù.
    Accogliendo Gesù, entrarono a far parte della Chiesa di Cristo, cioè di quell'unico e universale popolo di Dio che accoglie tutte le persone umane, di ogni razza e nazionalità, come un'unica famiglia umana.
  2. Come arrivare a tanto?
    Attraverso l'unico valore universale, capace di trasformare in unità tutte le diversità, capace di generare anche nel tempo e su questa terra l'immagine di quello che sarà la nuova terra promessa da Dio, per quanti sceglieranno di essere il nuovo corpo di Cristo.
    Questo valore universale, che suppone sfumature diverse a seconda delle diverse culture, ma che tutto porta all'unità, è l'amore con tutte le sue innumerevoli sfaccettature.
    Gesù ci ha detto e ci dice: "Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me, sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui".
    L'amore trasforma la persona.
    La persona, per amare in modo giusto, chiede alcune regole-guida.
    Per questo Gesù ci dice: "Se mi amate, osserverete i miei comandamenti".
    Oggi siamo tutti allergici alle leggi, ai comandamenti.
    Oggi siamo portati tutti a farci leggi di comodo, nella cultura del relativismo.
    Noi, cristiani occidentali, tendiamo a ridurre l'amore comandato da Gesù in un amore di difesa del proprio orticello.
    Gesù, che ha vinto il male, non vuole che torniamo sotto la legge dei vari egoismi.
    Ad interpretare le parole di Gesù, che ci invita ad amare tutti, anche i nemici, non può essere una temporale forza politica che si arroga l'ardire di dire cosa devono fare, socialmente, i cristiani.
    Solo Gesù può dire chi è e cosa vuole Gesù. Il suo corpo, oggi, è la Chiesa, siete voi, siamo noi.
    Se oggi Gesù tace, è un brutto segno, perché significa che noi, sua Chiesa, suo corpo, sua voce, suo ideale, siamo forse ricaduti nel peccato del primo Pietro che disse: "Non lo conosco".
    Gesù chiede regole, ma per realizzare e non per tradire l'amore universale.
  3. Ecco alcuni insegnamenti per la nostra comunità.
    E' l'ora della diaconia dei laici nella Chiesa, vista anche la drastica riduzione del clero.
    Quali sono le principali diaconie laicali, presenti ed operanti nella nostra comunità parrocchiale?
    • Dove c'è una persona o una famiglia che accoglie benevolmente il parroco come l'inviato di Gesù Cristo, il Buon Pastore, ne condivide le fatiche e le finalità, già lì si realizza l'originale evangelico scambio del dare-ricevere che fa crescere la famiglia parrocchiale.
    • Chi, periodicamente o una tantum, fa una oblazione in favore della parrocchia, o come sponsor, contribuisce alle molteplici necessità della Comunità, compie una provvidenziale diaconia.
    • Prezioso è il volontariato silenzioso, ma puntuale, competente e disinteressato di quelle persone che aiutano la custodia e il buon uso delle chiese, delle varie celebrazioni e delle opere parrocchiali.
    • Uno scambio prezioso di doni di fraternità fiorisce ogni domenica entro le mura delle nostre chiese e subito fuori dopo le sante Messe. Con gioia grande constatiamo che le nostre sante messe sono frequentate regolarmente e comunitariamente partecipate.
    • Si distinguono, per vivacità e servizi, i gruppi giovanili, i loro splendidi animatori, la vivace san Vincenzo giovanile.
    • Da qualche anno la nostra Parrocchia, con il carisma di qualche persona, ha fatto nascere e progredire quel gruppo che si dedica all'assistenza domiciliare degli anziani e va sotto il nome di 'Antenna Anziani' e che guarda con dedizione verso i disabili.
    • Godono sempre gioiosa salute il gruppo Davide ed il gruppo Tommy, le nostre due perle preziose che hanno aperto uno dei rubinetti più preziosi della diaconia.
    • Da qualche anno, sotto la tenace e lungimirante opera di aggregazione e animazione di don Mario, la nostra parrocchia è diventata la vigna della riscoperta dei preziosi valori sociali del vangelo per il mondo professionale, amministrativo e politico.
    • Che dire della Cattedra dalla quale, con voci umane, Gesù continua ad insegnare le verità che salvano, la Cattedra del catechismo, dove, per centinaia di bambini e ragazzi, più di 20 catechiste settimanalmente donano gratuitamente le loro intelligenti fatiche di educatrici?
    • C'è anche un prezioso ente che, a nome di tutti e per il bene di tutti, si occupa dell'amministrazione secondo carità dei beni economici della parrocchia. Lavora da anni con passione e con grande competenza, sempre all'insegna del volontariato: il Consiglio per gli Affari Economici.
    • Ma c'è un gioiello preziosissimo che presiede la diaconia laicale in tutte le sue forme ed è espressione del libero voto del popolo di Dio.
      E' il C.P.P. recentemente rinnovato, seguendo il criterio più democratico e popolare che è quello di offrire a tutti i parrocchiani un foglio in bianco, perché esprimano donne e uomini che ritengono degni di fiducia e capaci di consiglio.
      Tutto si è svolto, per due mesi, alla luce del sole, senza indebite interferenze, con esito più che buono.
      In modo proporzionato nel CPP sono rappresentati le donne, gli uomini, i giovani, del Duomo e di Loreto, le suore dell'Istituto Sperti, (dove la diaconia verso i bambini, i ragazzi e le giovani brilla in modo profetico e regale). Di diritto vi fa parte don Mario ed il Parroco, che ne è il naturale presidente.

Il parroco: don Rinaldo Sommacal