Omelie

Omelia del 19 dicembre 2010 - Avvento III

AVVENTO IV - ANNO A - 2010

Abbiamo sentito parlare Isaia.
Isaia fu scelto direttamente da Dio come suo profeta.
Isaia diventò, quindi, la bocca, la voce e la parola di Dio.
Dio è oltre il tempo. Dio è l'eterno.
Dio è l'origine del tempo. Il tempo è preziosa creatura di Dio.
Quando Dio parla, è l'Eterno che irrompe nel tempo, con gli strumenti del tempo ed in tutto ciò che è misurato dal tempo.
Dio ha mille modi per parlare a noi che siamo nel tempo.
Spesso ci parla direttamente, attraverso la lingua universale che è la voce della retta coscienza in cui c'è già scritta la sua volontà.
Da quando le coscienze furono inquinate dalla immoralità, Dio si è scelto dei profeti per continuare a parlarci nella verità. Spesso i profeti sono persone singole, a volte sono vere e proprie scuole, a volte è lo stesso popolo, nel suo essere sana comunità umana e credente, che diventa la voce del suo Dio. 'Vox populi...'.
Nel nostro caso Dio, per mezzo di Isaia, parlò al Re Acaz, quindi a colui che era il responsabile del popolo.
L'orecchio a cui venne consegnato il messaggio fu quello che ufficialmente doveva ascoltare a nome del popolo e per il popolo.
Dio usò spesso parlare a noi per mezzo dei profeti:
la parola è quella degli uomini, quindi comprensibile a tutti, ma il contenuto viene da Dio ed ha un valore perenne e salvifico.
Nel nostro caso Dio ordinò ad Acaz di chiedere un 'segno'.
Quel segno fu già abbozzato nel giardino dell'Eden, dopo la trasgressione dei progenitori.
Avesse obbedito a Dio, Acaz sarebbe entrato nella storia dell'umanità come il precursore del Messia.
Invece Acaz perpetuò la disobbedienza a Dio, dicendo: "Non lo chiederò", in tutto simile al 'non serviam' di Adamo ed Eva.
Ma Dio infranse le sbarre del 'no' di Acaz e svelò il 'segno'.
Il segno sarebbe sgorgato dalle viscere dell'eternità e sarebbe stato accolto e fatto proprio dalle viscere dell'intero creato.
Segno visibile e misterioso ad un tempo, impossibile ad essere compreso dagli intelligenti, ma capace di farsi cercare ed accogliere anche dai più semplici degli uomini come Maria, come i pastori.
'Segno', sul quale ogni uomo vi trova scritta la propria storia, svelata la propria natura, realizzata la propria salvezza, profetizzata la propria grandezza.
"Ascoltate, o casa di Davide!" tuonò, impaziente, Dio.
Ascoltiamo, dunque! Se non c'è un ascolto a mille, è impossibile cogliere, accogliere e capire il valore di tale 'segno'.
Questo 'segno' non è un prodigio a se stante che può far piacere se capito, ma che può lasciarci indifferenti se non capito.
Accogliere o no questo 'segno' è questione di vita o di morte per tutti noi e per ciascuno di noi.
Quindi 'l'ascoltate!' di Dio, oggi è rivolto con urgenza a noi, a me.
Ed ecco finalmente il 'segno' che, da divino arcano, si fa storia umana: "La vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele".
Dove sta l'arcano? Ragioniamo.
Questo concepimento è un evento che non sta né in cielo, né in terra; meglio: coinvolge sia il Cielo che la terra tutta.

  • Quando una donna concepisce, perde la sua verginità.
    Invece qui si afferma 'la vergine concepirà'.
    L'evento non è, quindi, secondo le leggi della natura.
  • Se la maternità viene dalla donna, quindi dalla natura umana, qui la paternità non viene dall'umanità, infatti quel bambino ha già il suo nome che è la più illuminante, anche se folgorante, origine divina dell'evento.

Il Figlio di quella vergine è sì un 'noi', quindi uno di noi, quindi umanità ben piantata nel tempo per opera di Maria, ma la cosa più sconcertante è che è Dio, perché ha Dio per padre.
In quell'Emmanuele troviamo Dio che da creatore si fa creatura attraverso una sua creatura di nome Maria. L'Emmanuele è Dio che è entrato nella carne umana. Adamo, il ribelle, finalmente in Emmanuale ha trovato l'obbediente più forte di lui.
Con l'Emmanuele, Dio è entrato in noi. Sarà Natale quando noi, per mezzo dell'Emmanuele, ci sentiremo veri figli di Dio.

Il parroco: don Rinaldo Sommacal