Omelie
Omelia del 28 novembre 2010 - Avvento I
AVVENTO I - ANNO A - 2010
Ci attende un nuovo anno liturgico. Ci guiderà il vangelo di Matteo.
A rompere gli indugi è l'apostolo Paolo.
Ci scrive: "E' ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti".
E conclude con due imperativi: "Indossiamo le armi della luce...
Rivestitevi del Signore Gesù Cristo".
- Cosa succede al mattino? Quali sono i riti del risveglio?
Quasi sempre con fatica, si cerca di uscire da sonno, che aveva azzerato gran parte delle nostre facoltà mentali, affettive e fisiche. Normalmente il risveglio è sempre un travaglio, più o meno duro.
Ad ogni età, ad ogni individualità, tocca il suo specifico risveglio.
Il risveglio fisico comporta il risveglio di tutte quelle facoltà che fanno di ognuno di noi una persona umana e cristiana.
Però non automaticamente il risveglio fisico è anche e subito il piacevole risveglio della piena coscienza e della voglia di vivere. Mentre gli animali, guidati infallibilmente dai loro istinti, al mattino riprendono le loro abitudini, noi dobbiamo risvegliare, cioè liberare l'assopito 'io' che è in noi.
Per noi, persone umane, ogni giorno è una novità.
Ogni nuovo giorno si propone a noi come una pagina bianca, su cui siamo chiamati a scrivere un nuovo capitolo della nostra esistenza.
Ognuno di noi, a seconda dell'età e delle innumerevoli differenze, è chiamato ogni giorno ad essere un imprenditore di vita.
C'è chi arriva all'appuntamento ben motivato: prontamente risveglia ogni mattina le sue fresche capacità imprenditoriali e mette in azione tutte le sue migliori e riposate facoltà.
Ma c'è anche chi va al nuovo giorno, condizionato dai vizi dell'indolenza, della pigrizia, dell'abitudine, della rassegnazione, della depressione, della disperazione... - Abbiamo imbastito questi ragionamenti sul telaio del nuovo anno liturgico, per richiamare a noi l'importanza di iniziarlo bene, risvegliandoci dal sonno dell'abitudine, da persone umane e cristiane, coscienti e credenti. Potrebbe anche essere l'ultimo!
- "Indossiamo le armi della luce" ci ripete l'apostolo Paolo.
L'invito è chiaro.
Non dobbiamo camminare alla cieca.
Ci è stato dato da natura il prezioso dono della intelligenza. Dobbiamo trafficarlo in tutti i modi positivi.
L'intelligenza di per se è sempre assetata e generatrice di luce.
Ribadiamo il primato della cultura, che permette alla intelligenza di fare sempre più luce sul valore della nostra vita e sui misteri ancora innumerevoli che la vita racchiude in se.
Aprendo gli occhi sul nuovo anno di grazia, vogliamo essere, in tutti gli ambiti di vita, cultori e portatori di luce.
Seguiremo sempre e solo chi ci dona luce e non offusca la luce.
Le tenebre, sinonimo dell'abuso della intelligenza, usata per inquinare la luce della verità, saranno da noi subito smascherate. - Ma la luce vera, a cui anela la nostra intelligenza, come l'assetato alla sorgente, da chi viene, dove abita, quale scopo si propone?
Ci risponde, con un secondo monito, l'apostolo Paolo, sempre puntuale alle nostre celebrazioni liturgiche.
Con decisione ci dice: "Rivestitevi del Signore nostro Gesù Cristo".
Gesù Cristo! Lui è il nostro 'habitat'.
Lui e lui solo può definirsi 'la luce del mondo'.
Lui e lui solo, a noi che ci apriamo al nuovo giorno, da maestro eccelso, può dirci che cos'è la verità che libera e cosa dobbiamo fare per non camminare nelle tenebre dell'errore.
Se apriamo il virtuale armadio degli indumenti del nostro 'io', vi troviamo Gesù, che, con il battesimo, diventò il nostro habitus: il nostro modo di essere, di pensare e di agire.
Essendosi Lui rivestito della nostra natura umana, non ci è difficile rivestirci di Lui. Gesù non è una sola figura storica, culturale, lontana dalla vita quotidiana.
Gesù, oltre ad essere Dio, cioè Colui che ci crea in continuazione, come Cristo è misticamente unito a me, per cui io posso chiamarmi con il mio nome, ma anche con il suo nome, cioè 'cristiano'.
La nostra fede esistenziale è ancora assopita.
Svegliamoci da sonno. Scriviamo con Gesù il nostro nuovo anno.
- "Indossiamo le armi della luce" ci ripete l'apostolo Paolo.
Il parroco: don Rinaldo Sommacal