Omelie

Omelia del 1 novembre 2010 - Tutti I Santi

TUTTI I SANTI - ANNO C - 2010

Questa solennità, detta di Tutti I Santi, mentre annuncia, con autorità infallibile, il fine ultimo dell'uomo che è il paradiso, altrettanto sottolinea i due tempi della vita dell'uomo:
il tempo del meritare ed il tempo del godere.
Se l'apostolo Giovanni ama farci sognare il paradiso, l'evangelista Matteo si attarda, invece, ad indicare la buona battaglia che ogni uomo deve affrontare per guadagnarsi il paradiso. Per godere bisogna meritare, col sudore della fronte.

  1. Cos'è il paradiso, perché venga così fortemente voluto?
    L'apostolo Giovanni ci fa nettamente intendere che il paradiso altro non è che Dio in persona.
    Se Dio è paradiso, il paradiso dell'uomo non può che essere Dio.
    Ma come?
    A seconda dei meriti, acquisiti in questa vita, diventeremo in Cristo, attraverso la risurrezione, da creature di Dio a diversificati figli di Dio. Il figlio ha la stessa natura del Padre.
    Quello che il Padre è, lo è, in forma non ripetitiva, ma unica, anche il figlio.
    A più paternità, più figliolanza.
    A più figliolanza, più paternità.
    La figliolanza divina, più o meno elevata e ricca, dipende dai meriti acquisiti su questa terra, quindi a più o meno santità personale.
    Potremmo azzardare di dire che, se Dio è il paradiso dei santi, i santi, con la loro gloria acquisita, aumentano il paradiso di Dio.
    L'uomo può tendere alla santità, perché Dio è santo e come tale si dona a noi, fatti a sua immagine.
    Ma, più un uomo risponde alla santità di Dio con santità di vita, e, sto per dire una lieta eresia, più Dio diventa paradiso.
    Questo intende dire l'apostolo quando afferma:
    "Noi saremo simili a Lui e lo vedremo così come egli è".
    Possiamo indugiare su queste verità, appena abbozzate, godendole.
    Lì andranno a parare quei 'beati' e 'beati', tante volte proclamati da Gesù, quando ci indica la strada terrena al paradiso.
  2. Non sono la spensieratezza, l'agio, la salute, la ricchezza, il piacere, il divertimento... le strade alla santità, quindi il paradiso.
    Gesù, controcorrente, ne indica alcune, che poi sono le strade sulle quali posano i nostri piedi pressoché quotidianamente.
    A volte sono strade normali, a volte inaspettate, a volte pacifiche, a volte sconvolgenti, a volte da noi scelte, spesso imposte dalla malvagità di altri che, pur chiamati a santità, da spietati aguzzini, preferiscono aumentare il numero dei martiri.
    Gesù, andando controcorrente, ci presenta il severo quotidiano dei giusti come gradinata che ci porta alla beatitudine del paradiso. Tra i tanti, ci indica alcuni stili di vita che, entro la dura scorza, nascondono il seme della certa ed intramontabile beatitudine. Vediamoli. La povertà: intesa come rinuncia alla ricchezza fatta divinità, per amministrare i beni della terra come preziosi mezzi destinati a soddisfare le necessità del vivere sereno da parte di tutti e non solo per pochi privilegiati a scapito dei molti che sono schiavi dell'indigenza, con tutto ciò che consegue. Il pianto: inteso come espressione massima della gioia e del dolore, sia quando siamo chiamati a salutare gli appuntamenti lieti, come quelli tristi e luttuosi. La mitezza: cioè la capacità di dominare i nostri istinti, allorché siamo tentati dall'odio, dal risentimento, dalla vendetta, trasformandoli in un dinamico e prezioso equilibrio. La giustizia: è la figlia regina dell'amore. Quando si ama, si cerca il modo migliore di essere, per noi e per gli altri, quello che i nostri talenti ci permettono di essere. La misericordia: il mondo deve conoscere non solo la salvezza dei perfetti, ma anche quella di chi, dopo il peccato, si converte. La purezza: virtù che rende luminoso colui che ha nella mente e nel cuore solo pensieri limpidi, puri, retti, benevoli, gioiosi nei confronti di Dio, del prossimo e anche di se stesso. A tutti costoro Gesù dice: "Rallegratevi: grande sarà la vostra ricompensa nei cieli". Ma già qui ed ora sono benedetti, perché operatori di pace.

Il parroco: don Rinaldo Sommacal