Omelie

Omelia del 12 settembre 2010 - Per Anno XXIV

PER ANNO XXIV - ANNO C - 2010

  1. 'Esodo': è il titolo di uno dei libri fondamentali della Bibbia.
    Ruota attorno a quattro figure tra loro sempre interdipendenti:
    • Dio, l'eterno Inizio, la Causa prima, il Fine ultimo da Cui non ci si può né allontanare, né ribellare, che non si può ignorare, ma che sempre deve essere creduto, accolto, adorato, pregato, amato;
    • l'uomo, uscito dalle mani del suo Creatore. Nel momento di dargli il soffio della vita Dio disse: "Facciamolo a nostra immagine a nostra somiglianza!". "Maschio e femmina li fece";
    • il principe delle tenebre, cioè la incarnazione della libera disobbedienza a Dio degli esseri intelligenti, che continuamente complottano, in modi subdoli, per appropriarsi dei poteri di Dio;
    • Mosè, la personificazione dei mediatori che Dio si sceglie per poter parlare agli uomini con la lingua degli uomini e trasmettere loro le verità che devono smascherare le bugie sparse su tutta la terra dal padre della menzogna, i cui nomi cambiano col tempo.
    'Esodo' non è solo il titolo di un libro sacro;
    è soprattutto il messaggio che Dio invia all'uomo per dirgli che la vita sulla terra deve essere un perenne uscire, un continuo andare. Uscire da che cosa?
    Da tutto ciò che è negativo per la vita dell'uomo e dell'umanità.
    Per andare dove?
    Verso quella meta che è il fine per il quale l'umanità è stata creata.
    Il fine dell'uomo viene chiamato in tanti modi, ma tutti dicono che è Dio e che Dio attenderà l'uomo non come un padrone, ma come lo Sposo che ricolmerà di delizie inenarrabili la sua amata sposa.
    Per raggiungere il fine è necessario, come dice il libro, essere continuamente in tensione, più morale, spirituale, intellettuale, sentimentale che fisica, per lasciare tutto ciò che è negativo alla vita dell'uomo e tendere verso la sua 'terra promessa', con tutte le proprie forze, anche a costo della vita.
    E' quello che Dio chiese al suo popolo, ma che il suo popolo, pur inondato da continui prodigi, colpevolmente non seppe realizzare, anche dopo solenni promesse di fedeltà all'alleanza Dio-popolo.
  2. Quale fu la reazione di Dio alla iterata infedeltà del popolo alla parola data, ed alla apparente vittoria della disobbedienza fatta scelta di vita e culto, personificata nel vitello d'oro?
    Per far capire quanto era grande il peccato di idolatra, Dio disse a Mosè: "Ho osservato questo popolo: ecco, è un popolo dalla dura cervice. Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li divori".
    E' giusto sentire Dio parlare come uno di noi, per farci capire la gravità del peccato di noi uomini, quando, anche con superficialità, abbandoniamo la fede nell'unico vero Dio e lo sostituiamo con idoli fabbricati dalle nostre ideologie o dai nostri opportunismi. Oggi, anche più di ieri, la fede in Dio è piuttosto insignificante nel determinare le nostre scelte di vita individuali e istituzionali. Quando andiamo a vedere le scelte di vita che si fanno entro le varie istituzioni che dovrebbero essere lo specchio della giustizia nella verità e nella moralità, ci si può chiedere: "Ma Dio dov'è?".
  3. Ed ecco il ruolo del mediatore.
    Mosè fece benissimo la sua parte: fermò l'ira di Dio distruggendo il vitello d'oro e dicendo al popolo che, senza Dio e senza la legge morale non può esserci salvezza, né terrena, né eterna.
    Israele lo capì e tornò a Dio.
    Dio ascoltò Mosè e salvò il popolo.
    Ma ben più di Mosè abbiamo noi. Tutti i mediatori tra Dio e gli uomini furono figure del futuro ed unico mediatore tra Dio e gli uomini, il Messia promesso e fattosi storia di salvezza in Gesù. Come venne accolto Gesù dai farisei, che si ritenevano gli interpreti infallibili della legge divina? Per accusarlo e distruggerlo, dissero: "Costui accoglie i peccatori e mangia con loro".
    Gesù: è Dio che ha scelto come vendetta la strada del dialogo, della conversione, del perdono e della rinascita del peccatore (era morto ed è tornato in vita); è uomo e come tale si carica tutti i peccati degli uomini e li espia con la sua passione e morte. Risorgendo, fa risorgere tutti noi e, se pentiti, ci rimette in cammino verso la salvezza. A che punto è il mio personale esodo dal peccato? Nessuno è senza peccato! Invitiamo Gesù a cena.

Il parroco: don Rinaldo Sommacal