Omelie
Omelia del 15 agosto 2010 - Assunzione
ASSUNZIONE - ANNO C - 2010
- Apre la solennità dell'Assunta la misteriosa e splendida pagina di Apocalisse, l'ultimo libro della Bibbia.
Profetizza, in modo enigmatico, ma vero, i tempi ultimi dell'uomo e dell'universo intero.
Il messaggio che ci viene trasmesso, perché diventi patrimonio della nostra fede e dei nostri conseguenti comportamenti, è la vittoria del bene sul male, di Dio sul suo antico avversario, dell'umanità sana, rappresentata dalla Donna che sta per partorire il giusto, che, nonostante le mille persecuzioni, alla fine trionferà.
Vittoria sulla tentazione numero uno che spinge l'intelligenza umana a sostituirsi a Dio, usando i doni ricevuti dallo stesso Dio.
La Donna, vestita di sole, con la luna sotto i piedi, vista dal mistico evangelista Giovanni, certamente è Maria, ma è anche quell'umanità che non ha mai cessato di adorare l'unico vero Dio e di seguirlo, come l'innamorata il suo sposo, come la figlia il padre.
Rispetto al dragone, simbolo del male, incredibilmente forte e capace di offendere, la Donna, cioè quell'umanità che non ricorre alla violenza per vincere, sembra destinata alla sconfitta.
Invece no, perché quella Donna possiede un'arma segreta che sana ogni ferita e fa risuscitare da morte. Quell'arma è l'amore donatole gratuitamente da Dio; se accolto, diventa, attraverso la stessa morte temporale, seme che rinasce per la nuova vita che non avrà fine.
L'arma invincibile, che sconfigge la morte stessa, non è nelle mani dell'uomo, né in quelle del più potente degli angeli ribelli.
E' un'arma che appartiene solo a Dio. Solo Dio, infatti, è la vita.
Ogni altra forza, elevata a fasulla divinità, può ferire, fare del male, colpire anche la parte mortale del creato, ma non può vincere la vita e Colui che detiene la sorgente inesauribile della vita stessa, cioè Dio, il vero Dio, colui che si autodefinisce l'Unico, l'IO SONO.
Perché i martiri accettano di credere in Dio, anche a costo di essere sottoposti a persecuzione e morte fisica?
Esattamente perché sanno che morire per amore di Dio, significa morire in Dio. Ma, chi in Dio muore, in Dio rinasce il terzo giorno, seguendo l'esempio di Gesù che, come uomo fu fedele a Dio fino alla morte e alla morte di croce, ma come Dio, sconfisse la morte e risuscitò, "primizia di coloro che sono morti". - Da chi andare, come umili pellegrini, anche se per professione siamo dottori, ingegneri, direttori, amministratori, ministri, professori, ...per imparare la più elementare, ma necessaria lezione di vita? Teoricamente bisognerebbe andare direttamente alla sorgente, cioè a Dio creatore. Qualcuno ci riesce.
Ma, normalmente, è più facile arrivarvi attraverso dei mediatori che sono alla nostra portata.
E chi più di Gesù, il mediatore per eccellenza, che è uno di noi, ma che è anche Dio per noi?
Ma chi disse a Gesù, a Cana di Galilea, durante il pranzo di nozze, per togliere da un grave disagio gli sposi, "non hanno più vino?".
Maria, la mamma di Gesù, che pensa ed agisce sempre da mamma.
Innumerevoli sono le schiere, per lo più persone semplici, che possiedono solo la forza della preghiera e ricorrono, come bambini, a Maria, perché lei interceda presso Gesù e perché Gesù chieda al Padre: "Dacci oggi il nostro pane quotidiano".
Sulla strada della preghiera, che porta a Gesù per Maria, incontriamo anche innumerevoli personaggi eminenti per genio: pensatori, filosofi, teologi, artisti, poeti, scienziati, ecc...
Toccarono i vertici delle facoltà umane, eppure piegarono umilmente il capo di fronte a Gesù ed a Maria, rivolgendo loro le più umili suppliche. La solennità dell'Assunta diventi il trampolino di lancio per riprendere il salutare e quotidiano bisogno di pregare.
Non importa se ci si rivolge direttamente a Dio, o se ci si affida ai grandi mediatori che sono Gesù, Maria od i vari santi.
Impariamo da Elisabetta, la cugina di Maria, che, ispirata dallo Spirito Santo, la salutò nel modo più alto e teologicamente il più ardito, successivamente confermato da una definizione dogmatica emanata dal concilio di Efeso: "A che cosa devo che la madre del mio Signore venga a me". Elisabetta definì Maria "Mater Dei".
Noi, che abbiamo il dono di credere, con Elisabetta preghiamo: "Santa Maria, madre di Dio, prega per noi peccatori".
Il parroco: don Rinaldo Sommacal