Omelie

Omelia del 27 giugno 2010 - Per Anno XIII

PER ANNO XIII - ANNO C - 2010

La prima lettura di questa domenica narra la successione profetica da Elia ed Eliseo.
Ci offre, così, l'opportunità di approfondire il perché della profezia, valore fondamentale della nostra religione rivelata.
E' il Signore stesso che chiede ad Elia, arrivato alla fine dei suoi giorni, di ungere al suo posto il profeta Eliseo.

  1. Perché Dio si sceglie di tra gli uomini un profeta?
    Perché ci sia uno che parli al popolo al suo posto.
    Dio per sua natura è tutto e solo verità e bontà.
    Quando vuole rendere partecipi noi delle sue verità, che riguardano il nostro essere ed il nostro agire, deve necessariamente usare il nostro linguaggio.
    E' allora che Dio, per parlarci in modo umano, sceglie liberamente di tra gli uomini uno che, usando la nostra stessa lingua, ci comunichi le verità che ci riguardano e che solo Dio conosce.
    Anticamente, prima di Gesù, Dio scelse una schiera numerosa di profeti, a volte singole persone, a volte scuole di profeti.
    Parte dei loro vaticini orali furono poi scritti e consegnati a quel tesoro inestimabile che è il libro che conserva la Parola di Dio, la Bibbia. Il profeta veterotestamentario, per quanto fedele alla Parola di Dio, in quello che profetizza ci mette anche del suo: pregi e difetti.
    Ci vuole grande saggezza, che porta al discernimento, nel leggere la Bibbia, per non attribuire a Dio ciò che viene dall'uomo e non trascurare il messaggio divino, soffermandoci a divinizzare l'umano della Bibbia.
  2. Venne Gesù.
    Gesù è l'incarnazione della stessa Parola di Dio, quella Parola che anticamente si rivelò a noi attraverso i profeti. Con Gesù si chiude l'era profetica tradizionale.
    Gesù, Parola di Dio, essendo anche uomo, non ha più bisogno di profeti-mediatori: è ad un tempo la profezia e il profeta. Gesù è il profeta di se stesso. E' Dio, ma parla come uomo. E' uomo, ma parla come Dio.
    Tutte le antiche profezie, ora, vanno rilette alla luce di Gesù.
    Gesù dice che neppure uno "iota", pronunciato dai profeti che lo precedettero, andrà perduto.
    Nello stesso tempo Gesù dice anche: "Vi fu detto... Ma io vi dico".
    Segno che l' antica profezia rimane valida, ma va intesa alla luce del messaggio ultimo e definitivo incarnato e rivelatosi nella persona di Gesù, in quello che disse e in quello che fece.
  3. Perché tutte le sacre Scrittura possano rivelare senza errori la Parola di Dio, Gesù provvide e provvede una giusta, doverosa ed infallibile guida per la autentica comprensione.
    Disse ai suoi discepoli, oggi dice a noi: "Vi manderò lo Spirito Santo. Egli vi guiderà alla verità tutta intera".
    Essendosi Gesù, la Parola di Dio, consegnato alla Chiesa attraverso l'azione dello Spirito Santo, tutto il popolo di Dio è diventato popolo profetico. Cosa deve fare, come primo compito, la Chiesa, depositaria della Parola di Dio e guidata dallo Spirito Santo?
    Custodire integra la Rivelazione; saperla leggere con la infallibile guida dello Spirito Santo; saperla incarnare in parole ed opere come se fosse la perenne incarnazione di Cristo nella nostra storia, saperla difendere da ogni compromesso, saperla predicare al mondo intero, capace anche di immolarsi in nome della fedeltà alla Parola di Dio. Siamo, così, passati, dal tempo in cui gli uomini davano a Dio dei profeti, al tempo in cui la Parola di Dio in persona si è donato agli uomini, perché ognuno si senta una novità, una parola del grande libro che costruisce e narra la storia dell'uomo e del creato. Ognuno di noi è uscito dal nulla in forza di quella parola che Dio pronunciò fin dall'eternità, quando disse: "Vieni e porta a tutti quello che sei, ma anche accogli tutti per quello che sono".
  4. E' forse la Parola di Dio una parola che incendia, brucia, distrugge? Lo avrebbero voluto i suoi discepoli, ancora prigionieri del "occhio per occhio". Ben lo comprese l'apostolo Paolo che ci dice: "Tutta la legge trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso". Non il fuoco che distrugge, ma l'amore che rigenera è e sia l'unico comandamento di Dio.

Il parroco: don Rinaldo Sommacal