Omelie

Omelia del 25 aprile 2010 - Pasqua IV

PASQUA IV - ANNO C - 2010

Il conciso e limpido brano del vangelo dà il nome a questa giornata, celebrata in tutta la cattolicità come la "domenica del Buon Pastore". Il pastore, degno di questo nome, suppone un gregge da condurre ai pascoli migliori.
Fuori parabola, il discorso verte tutto sulla figura di Gesù, sulla sua natura, sulla sua missione e sulla finalità ultima della sua discesa in campo: dal cielo in terra, dalla famiglia di Dio alla famiglia umana.
Più Gesù si rivela e più esce dall'ombra anche la figura del gregge, cioè l'umanità nel suo insieme, nelle sue individualità e nei suoi rapporti inscindibili con Dio.

  1. Cosa dice Gesù di sé stesso?
    • In primo luogo dice che le pecore, cioè tutte le persone umane, sono "sue". Questa, o è una verità sconcertante o è un abuso di potere. Chi può permettersi di possedere una persona umana?
      Nessuno dei suoi simili,se lo facesse, commetterebbe un abuso.
      Un uomo non può essere proprietà di un altro uomo.
      Neppure di se stesso l'uomo è padrone.
      A chi appartiene l'uomo?
      Appartiene solo a Colui che lo ha tratto dal nulla, donandogli tutto, facendolo diventare un "io" libero, dipendente unicamente dal suo Creatore. Se Gesù ha l'ardire di dire "mie", le pecore, o è un bugiardo o è Dio in persona. Ma Gesù non ricorre mai alla bugia. Gesù dirà, con autorità, di se stesso: "Io sono la verità...".
    • E, perché non rimangano in noi dubbi che attardino la comprensione del resto del suo discorso, pur fatto in parabole, Gesù afferma: "Il Padre mio... me le ha date".
      Per dire che Dio e solo Dio può comportarsi da padrone dell'uomo, aggiunge: "Il Padre mio è più grande di tutti e nessuno può strapparle (le pecore) dalla mano del Padre".
      Gesù, per riaffermare il diritto di dire "sue" le pecore, cioè gli uomini, ogni essere umano, non importa di quale colore, razza, religione o nazionalità, afferma in modo lapidario: "Io e il Padre siamo una cosa sola".
    • Ma Gesù rivela anche cosa fa, cosa dona e cosa chiede alle sue pecore, a noi persone umane, ad ognuno di noi che per lui siamo altrettante individualità uniche, ma chiamate a vivere in modo comunitario, come le singole pecore che vanno naturalmente, liberamente, coscientemente a formare un gregge, una famiglia.
      In modo scultoreo, dice:
      "Io le conosco...io do loro la vita eterna...nessuno le strapperà dalla mia mano".
  2. Affermazioni sublimi, straordinarie, ricche di speranza, capaci di fugare ogni paura, purché vengano ascoltate, accolte, ingoiate come cibo vero e trasformate in pensieri condivisi, in parole ed in opere, nel nostro quotidiano.
    Infatti Gesù, il pastore, che ci conosce uno ad uno, parlando al Padre in nostro favore, quasi dimenticando le nostre infedeltà, lasciandosi guidare dal cuore di pastore buono, afferma: "Le mie pecore ascoltano la mia voce... ed esse mi seguono".
    Ecco gli scopi principali di questa giornata, di questa domenica, detta del "Buon Pastore":
    • che, con l'auto del cuore, dei sentimenti, della fantasia, sentiamo vicino a noi Gesù, come colui che, come Dio, ci ha dato la vita, colui a cui apparteniamo, colui che non ci abbandonerà alla perdizione, colui che ci farà giungere, al momento giusto e nel modo giusto, la sua voce ed il suo aiuto;
    • che, come persone affidate a Gesù, pastore buono, oggi promettiamo, con slancio e sincerità, in modo duraturo e decisivo, di realizzare quello che Lui ha coraggiosamente confessato in modo molto positivo di noi, e cioè, che lo ascoltiamo e lo seguiamo;
    • che io, prete, cioè uno di voi, ma che per voi ho ricevuto il ministero del pastore, lo stesso che fu ed è di Gesù, possa incarnare le virtù di Gesù, il pastore buono: conoscere, cioè, una ad una tutte le persone a me affidate, far arrivare, attraverso la mia, la voce di Gesù e del suo vangelo, non esitare, se fosse necessario, di dare la vita pur di salvare tutte e ognuna le persone affidatemi.
    • Pregare che altri giovani sentano la chiamata del Buon Pastore.

Il parroco: don Rinaldo Sommacal