Omelie

Omelia del 18 aprile 2010 - Pasqua III

PASQUA III - ANNO C - 2010

Le celebrazioni liturgiche hanno il potere divino di annunciare qui ed ora la verità, ma anche di renderla viva, presente ed operante. Esempio classico sono le liturgie pasquali. Tutte annunciano una verità e la rendono realmente presente: la risurrezione di Cristo. Ma c'è anche un'altra risurrezione che si va annunciando e realizzando, in forza della risurrezione di Cristo, ed è, nel tempo, la risurrezione della Chiesa, di cui noi siamo gli attori attivi e passivi.
Prima, Gesù vuol persuadere i suoi discepoli di essere veramente risorto. Dice loro: "Non abbiate paura, sono io, toccatemi...". Poi, nelle successive apparizioni, si propone di portare il Collegio Apostolico, colpito a morte dalla morte del Maestro, a risorgere con Lui a vita nuova. Rivediamo alcune fasi del passaggio dalla passione e morte della Chiesa apostolica alla sua risurrezione in Cristo risorto.
Pietro è ancora frastornato dagli eventi; non è del tutto convertito a Cristo risorto, pur avendolo visto; trova rifugio nel suo vecchio mestiere. Dice ai suoi colleghi: "Io vado a pescare".
Essi, pervasi dallo stesso stato d'animo, lo seguono.
E'evidente il clima di incertezza e di sconcerto che regna tra loro.
Sì, Gesù è vivo, è apparso loro, ma non vive più con loro, ed essi non sanno come e dove trovarlo... Non sanno cosa fare! Gesù rispetta i loro tempi di crisi, li avvicina gradualmente e, con dolcezza, li porta verso il loro "terzo giorno".
Cosa poteva colpire di più quei consumati pescatori che, dopo una notte del tutto infruttuosa, all'alba, mentre stanno per approdare, si sentono gridare da terra: "Gettate la rete dalla parte destra!"?
La pesca miracolosa trafisse e conquistò il cuore Pietro e degli altri.
Giovanni ebbe appena il tempo di dire: "E' il Signore!" che Pietro rispose gettandosi in mare, verso Gesù. Fu un atto di fede.
Pietro e gli altri, dopo quel miracolo e quella apparizione, fecero tanta strada. Lasciarono il loro passato di passione e di morte ed entrarono sempre più nel "terzo giorno", il giorno della risurrezione del Collegio Apostolico. Non avrebbero mai più dubitato di Cristo risorto. La risurrezione degli apostoli fu l'inizio della risurrezione della Chiesa, della nostra risurrezione che si va completando nel tempo.
Oggi noi siamo i figli della risurrezione della Chiesa nel tempo.
Siamo debitori a Gesù, ma attraverso i Dodici.
Gesù risorto, donandosi a loro, fece nascere in loro il suo nuovo corpo che è la Chiesa. I Dodici, per volontà di Cristo, sono le pietre vive su cui il Risorto edificò la nuova umanità.
Il Risorto scelse accuratamente tra loro la pietra d'angolo su cui costruire il suo nuovo corpo mistico.
La scelse in quell'uomo, spaccone e fragile nel tempo della passione e morte, ma formidabile ed incrollabile dopo la Pentecoste.
Conclusa la pesca miracolosa con una colazione, Gesù completò l'opera della rinascita pasquale della sua Chiesa. Vediamola.
La Chiesa doveva avere due caratteristiche fondamentali:
la presenza dell'umanità con tutte le sue potenzialità e fragilità;
la presenza della divinità, garantita dall'azione permanente dello Spirito Santo da Gesù promesso ed inviato. Cosa chiese Gesù a Pietro? Prima del ministero pastorale, sostenuto dalla infallibilità, per l'opera permanente dello Spirito Santo, Gesù chiese a Pietro, per ben tre volte, l'amore: "Mi vuoi bene?". Pietro gli confessò: "Tu conosci tutto, Tu sai che ti voglio bene".
Fin tanto che Pietro amerà Gesù Cristo, il figlio di Dio, più di ogni altra cosa e al di sopra di ogni dubbio, pronto anche a dare la vita per Lui, allora Pietro porterà a compimento nel mondo intero la risurrezione di Cristo. Dov'è Pietro, lì c'è la Chiesa, Cristo con il suo nuovo corpo.
La Chiesa pasquale non può che essere, a sua volta, un mistero d'amore. L'amore sarà la strada alla verità tutta intera. Le verità rivelate sono i capitoli dell'amore. Più si ama Dio e più lo si conosce, più si rivela a noi. Nessun potere può chiudere la bocca alla Chiesa quando Essa predica l'amore di Dio e Dio amore. Quando si tratta di predicare Dio, Pietro insegna:
"Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini".
Grazie Pietro. Grazie Benedetto XVI. Siamo con te.

Il parroco: don Rinaldo Sommacal