Omelie

Omelia del 4 aprile 2010 - Pasqua

PASQUA - ANNO C - 2010

Tutte le strade percorse dalla Parola di Dio portano alla Pasqua.
Se vogliamo fare del Risorto la nostra scelta di campo, tutte le nostre strade devono ripartire dalla Pasqua.
Pasqua e cristianesimo si identificano.
Ma le Scritture ci dicono che c'è scontro continuo ed a tutti i livelli tra Cristo nostra Pasqua e la pasqua di chi lo condanna a morte. La parola è la stessa, ma i contenuti sono contrapposti.
Non è facile andare alla vera Pasqua e ripartire dalla Pasqua vera per fare della nostra vita una pasqua di risurrezione, senza incorrere nel rischio di condannare nuovamente lo scomodo Gesù.
Cosa sta succedendo, infatti, di sconcertante, oggi, sotto i nostri occhi, entro le nostre istituzioni, perfino entro la casa di Dio?
Proclami ambigui, tradimenti morali, in molti ambienti, anche i più sacri ed inviolabili, nelle stanze del potere! Si tende a rendere lecito tutto ciò che si vuole, anche se proibito e peccaminoso!
Gesù allarga le sue braccia per accoglierci e noi gliele inchiodiamo.
E' il ghigno beffardo del potere delle tenebre.
Liberiamo la vera Pasqua, la Pasqua di Cristo, da tutto ciò che la inquina, se vogliamo risorgere con Lui a vita nuova.
Smascheriamo gli attori, che sono in noi e attorno a noi, che condannano Gesù ad essere ancora l'agnello da sacrificare.
Chi sono oggi i sommi sacerdoti del tempio, i falsi capiscuola, i sobillatori delle folle, i governatori che, in nome del messia atteso e promesso, condannano a morte il vero Messia?
Chi sono i vari Giuda che lo seguono, ma poi lo tradiscono per avidità, i Pietro che lo esaltano e poi lo rinnegano alla prima prova, gli apostoli che lo abbandonano per paura, i discepoli che, delusi, ritornano al passato, le fedelissime ed eroiche donne, ma dominate dalla disperazione...? Noi dove siamo e con chi stiamo?
Fino all'alba di quel giorno dopo il sabato, che noi chiamiamo domenica, tutti consideravano Gesù un capopopolo o da fare re, o da condannare a morte. Per gli uni era una minaccia al potere sia politico che religioso del tempo;
per gli altri (discepoli compresi) era l'incarnazione dell'atteso messia politico, che avrebbe risolto tutti i problemi temporali del popolo, allora sottomesso a potenza straniera.
Gesù, pubblicamente e senza ambiguità, depose il titolo di messia politico. Disse a Pilato:"Io sono re! ma non di questo mondo".
A chi lo provocava: "Ha salvato altri, salvi ora se stesso e gli crederemo", rispose lasciandosi catturare, accusare, processare, flagellare, condannare a morte, crocifiggere come il più impotente degli uomini e il più colpevole dei delinquenti.
Dov'era il taumaturgo invincibile, l'atteso dominatore del mondo, che avrebbe sottoposto ogni potere ed ogni regno?
Per chi lo seguiva con questa speranza, Gesù si rivelò una enorme illusione trasformatasi in una terribile delusione.
Una espressione riassumeva tutti gli stati d'animo dei suoi seguaci delusi: "Noi speravamo...invece...". Ma chi è allora Gesù?
Un rischio attraversa la storia della Chiesa di Cristo e che fa capolino anche oggi: quello di far risorgere un Gesù che non è il vero Gesù; quello di farsi paladini di un cristianesimo che non è quello generato dal Cristo, crocifisso e morto proprio per espiare ed estirpare quei peccati che spesso commettiamo contro di Lui, quando lo vogliamo non per quello che è, ma per quello che noi vogliamo che Egli sia, strumentalizzando perfino la croce.
Lasciamo che il vero Gesù risorga. Accogliamolo nel nostro cenacolo. E' qui! Ascoltiamolo. Ci saluta così:"La pace sia con voi. Ricevete lo Spirito Santo. Non abbiate paura, sono io!". Potessimo anche noi, alla fine, esclamare "Ardeva il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via!". Pasqua non è parlare di Gesù, ma incontrare Gesù ed ascoltarlo estasiati. Gesù parla sempre, perché è "Verbum", Parola. Gesù parla a tutti, ma non è proprietà di qualcuno. Gesù è la salvezza universale. Però chiede una cosa molto seria: di essere ascoltato con sete di verità, senza il condizionamento di teoremi già fatti. Cosa ci dice il Risorto, morto per amore? "Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi. Vuoi esser amato? Ama tu per primo". Questa è Pasqua vera! Auguri. sinceri.

Il parroco: don Rinaldo Sommacal