Omelie
Omelia del 14 febbraio 2010 - Per Anno VI
PER ANNO VI - 2010
Irrompe di brutto oggi il profeta Geremia nella nostra assemblea.
Con la certezza di chi parla a nome di Dio, pronuncia su di noi una maledizione e una benedizione.
A distanta di secoli gli risponde Gesù in persona che a sua volta predica su tutti un "beati" ed un "guai".
- "Maledetto l'uomo!" tuona Geremia.
Perché l'uomo può diventare un maledetto e cosa significa questa funesta parola?
"Maledire" significa dire-male.
Se sei tu, che, per invidia, vai dicendo male del tuo prossimo, ricordati che Dio ne prende le difese ed il male che dici, in modo ingiusto o improprio, sugli altri, ricadrà su di te.
Se maligni e parli male degli altri, ti rivesti di male davanti agli occhi di Dio che vede te e gli altri, che va oltre le apparenze e legge le intenzioni dei cuori. Solo Dio può giudicare secondo verità.
Se tu, o per disprezzo delle leggi, della morale, dell'amore del prossimo, o con sottile pregiudizio, metti in risalto i difetti altrui, non per correggere, ma per colpire, umiliare, distruggere, allora agli occhi di Dio ti vai rivestendo di maledizione.
Si realizza così quello che dice Geremia: "maledetto l'uomo che confida nell'uomo", cioè solo in se stesso o in un qualche "divo" del momento, e lo fa con l'arroganza di chi non crede in Dio, tantomeno nel precetto dell'amore che comanda di amare Dio e il prossimo, perfino i nemici.
Gli strali di Geremia non vanno contro chi, pur credendo in Dio, pur professando l'obbedienza alle leggi morali, pur tendendo al bene di tutti sulla strada dell'amore fraterno, per debolezza cade nel peccato, che peraltro confessa e del quale si pente, ma nel quale facilmente ricadrà.
Del peccatore debole e umilmente pentito il Signore dice bene e lo incoraggia a percorrere la strada della conversione.
Geremia, voce di Dio, tuona, invece, contro quanti, per principio, con una scelta di campo, scelgono se stessi, divinizzano i loro interessi, negano o ignorano Dio e la sua legge morale. - Invece, (ed è ancora Geremia a dircelo), Dio non dirà mai abbastanza bene di chi, pur con tutte le debolezze che si ritrova in corpo, in coscienza, liberamente, con tutte le sue forze fisiche, morali e spirituali, riconosce Dio, lo sceglie al di sopra di tutto e cerca di comportarsi di conseguenza.
"Benedetto l'uomo che confida nel Signore e il Signore è la sua fiducia" dice il profeta.
Ai suoi giorni, ma in tutti i giorni dell'uomo sulla terra, il comportamento dell'uomo, timorato di Dio e obbediente a Dio, attira la divina benedizione, sarà per tutti una benedizione ed avrà un futuro certo.
Ma anche sulla strada della maledizione può succedere un miracolo: se colui, che per il suo agire fu annoverato tra i maledetti, cambiasse condotta, sarebbe accolto dal Signore tra i benedetti. Urge un nostro personale esame di coscienza: da che parte stiamo? Abbiamo scelto la strada della benedizione o quella della maledizione? Ecco cosa fare:- scegliere la strada della fede in Dio e della sua nobilissima legge morale riassunta nell'insuperabile comandamento dell'amore;
- professare l'umiltà del cuore, sapendo, per esperienza, che non possiamo mai presentarci davanti a Dio per dirgli: "Ti ringrazio, perché non sono un peccatore come tutti gli altri".
Cosa dirà Dio a costoro che credono in Lui ed umilmente si confessano peccatori nei Suoi confronti?
Ce lo dice Gesù: "Beati, se avrete il coraggio di piangere e confessare le vostre colpe, di avere fame e sete di giustizia, di riconoscere di non essere ancora pienamente uomi giusti.
Beati voi se, per aver scelto la fede e la morale, avete dovuto subire tentazioni, pressione, critiche, sottili persecuzioni, emarginazioni... Beate le vostre lacrime se sono il prezzo della vostra onestà.
" La vostra ricompensa sarà grande nei cieli" vi assicura Gesù.
Il parroco: don Rinaldo Sommacal