Omelie
Omelia del 20 dicembre 2009 - Avvento IV
AVVENTO IV - ANNO C - 2009
Il nostro cammino d'Avvento ci dice che Betlemme è vicina.
Il profeta Michea ne anticipa l'immagine dicendo di essa: "E tu, Betlemme di Efrata, così piccola fra i villaggi di Giuda, da te uscirà colui che deve essere il dominatore in Israele".
Profezia riscoperta quando i Magi, giunti a Gerusalemme, chiedono: "Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei?".
Betlemme: piccola agli occhi distratti di Erode, dei potenti, degli increduli; grande agli occhi di Dio, che non si ferma alle apparenze.
Betlemme, capace di dare la vita a Colui che è l'origine della vita.
Betlemme, villaggio e città simbolo di ogni focolare domestico, di ogni singola famiglia, di ogni contrada, di ogni borgo, di ogni accampamento, di ogni legittima istituzione, di ogni paese, di ogni città, di ogni nazione, di ogni continente, del mondo intero.
Betlemme chiama Natale e Natale porta a Betlemme.
Betlemme invita anche noi a rileggere la nostra storia.
In primo luogo dobbiamo liberarci da ogni complesso di inferiorità.
Quando i forestieri, come i Magi, chiedono a destra e a manca chi è e dov'è Belluno, si sentono rispondere: "Non lo sappiamo". Belluno, come la Betlemme di Michea, è "così piccola" da essere ignorata. Se, per un qualsiasi motivo, normalmente triste, è citata, viene gettata qua e là come se fosse una piuma al vento.
Ma Belluno, se ad Erode non dice niente, a Dio e a noi, che non ci misuriamo sui numeri e sul potere socio-politico, dice di essere una preziosissima culla che ha saputo accogliere e far nascere nel tempo "Colui che deve essere il dominatore".
Natale ci porta i suoi doni preziosi. In primo luogo, porta a noi bellunesi la capacità di ricordare, di stupire e di ringraziare.
Sulle strade, tracciate dall'impero romano, vennero molti dei nostri antenati, che, come i Magi, andavano cercando una terra promessa.
Su quelle stesse strade, confuso con i pellegrini, veniva a noi il Dio fatto uomo, Gesù, nella persona dei suoi discepoli.
Gesù arrivò ben presto anche nella sperduta Belluno.
Strano a dirsi, Gesù arrivò a Belluno dapprima attraverso i soldati romani, attraverso le loro famiglie al seguito, attraverso i mercanti, attraverso i viaggiatori di professione, attraverso gli immigrati.
Subito dopo anche attraverso gli inviati dagli Apostoli.
Gesù ed il suo vangelo trovarono accoglienza immediata e favorevole in Belluno città e vallate.
La fede cristiana suscitò mentalità, cultura, religiosità, usi, costumi, tradizioni, aggregazioni, comunità, confraternite, opere, santità...
Questi luoghi, così umili da non essere conosciuti dalla grande cronaca, hanno accolto senza riserve il Nazareno.
Gesù ricambiò, suscitando lungo i secoli presenze di spiritualità così alte da fare di Belluno una Betlemme permanente della sua presenza. Ricordiamo tra tutti i due figli della nostra terra, Bartolomeo Mauro Cappellari e Albino Luciani, elevati a successori di Pietro, Papi della Chiesa universale. Ma una innumerevole schiera di altri cittadini, nutriti di Cristo, si sono distinti nei vari campi del sapere e dell'operare: artigiani, imprenditori, artisti, poeti, monaci, missionari, chierici, cristiani... insigni per santità, che hanno ricevuto dalla nostra umile terra bellunese in dono Gesù e sono diventati la personificazione di Gesù, in mille modi, per gli altri.
Scristianizzare Belluno sarebbe cavarne l'anima.
Belluno ritorni ad essere la città che accoglie l'Emmanuele.
Gesù viene come Dio e, come Dio, è il giusto dominatore.
Gesù ritorna come uomo, e come uomo, è l'obbediente a Dio.
Non viene a chiedere o a portare doni.
Viene per farsi dono.
Benedetta quella Donna che, cosciente di scegliere a nome dell'intera umanità, disse: "Avvenga per me secondo la tua parola". Benedetta tu, Maria. Benedetto il frutto del tuo Sì.
Ci resta una settimana corta per ridiventare Betlemme, non a parole, ma nei fatti, aprendo le porte al Re dei Giudei che, come reggia, sceglie la nostra Città, per cuna la nostra accoglienza, ma come genitori ha Dio per padre e per madre quell'umanità che converte il NO dei progenitori in SI, facendo propria la preghiera del figlio di Maria: "Ecco io vengo, o Dio, per fare la tua volontà".
Il parroco: don Rinaldo Sommacal