Omelie
Omelia del 8 dicembre 2009 - Immacolata
IMMACOLATA - ANNO C - 2009
- Ci dice, con autorità, l'apostolo Paolo:
"Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi ed immacolati... predestinandoci ad essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d'amore della sua volontà".
Paolo apostolo non parla degli angeli, ma degli uomini, e non in modo generico, bensì personalizzato su ognuno di noi.
Paolo parla di noi e a noi chiede l'assenso all'inno di lode a Dio.
In quell'inno rivela l'origine, la dignità, la grandezza, lo scopo finale di ognuno di noi "scelti prima della creazione del mondo". "Scelti", uno ad uno, da Dio in persona.
Ci ha scelti per essere, non dei poveracci, dei pezzenti, dei diseredati, costretti dalle necessità ad infrangere la legge dell'amore e dell'onestà per una disperata sopravvivenza.
Ci ha "scelti per essere santi ed immacolati", predestinandoci a diventare suoi figli, mediante una immedesimazione in Gesù, il Cristo, il figlio di Dio.
Questa è la volontà originaria di Dio nei confronti dell'uomo, di ciascuno di noi. Non dimentichiamolo! - Come rispose l'uomo a questo progetto che Dio concepì prima di tutti i secoli, nella sua splendida solitudine e poi realizzò?
Come rispondiamo noi, i "scelti prima della creazione del mondo, i predestinati ad essere santi ed immacolati", i divinizzati nel Dio-figlio? Interroghiamo il potere paterno e materno che Dio mirabilmente ha infuso nell'uomo "maschio e femmina".
Chiediamolo alle due donne che hanno il privilegio di essere chiamate entrambe "madri dell'umanità".- Eva, la prima madre, complice Adamo, corresponsabile delle scelte di fondo proposte da Dio, inebriata di tanta grandezza, di tanto potere, di tanta autonomia, di tanta libertà, sospinta dalla superbia, madre di ogni vizio e che non vuole padroni, lei, frutto primogenito dell'albero della vita che è Dio, si staccò da Dio, disobbedì all'alleanza che Dio aveva loro proposto e condiviso.
Il superbo, pensando di non aver bisogno di nessuno, dimentica di aver ricevuto tutto gratuitamente e di non essere padrone di nulla.
Se non vuoi chiedere l'aiuto di Dio, esponi il lato debole del tuo io.
Se non vuoi percorrere la strada dell'umiltà che suppone obbedienza gioiosa all'Unico che è più di te e da cui tutto ricevi, diventi bugiardo con te stesso;
elevi le tue doti a presunzione;
vuoi il mondo ai tuoi piedi;
non vuoi essere ai piedi di nessuno;
Non vorrai servire e ti farai servire.
Al Signore, che ti ha detto: "Tutto è tuo. Ma tu, frutto splendido, non staccarti da me, pena la morte, perché sono io l'albero e tu il frutto", tu ti lasciasti tentare: "Che bella la libertà. Che ebbrezza l'indipendenza. Che sogno poter dire: "Sono "dio!"" E lo dicesti.
Che disastro! Col disastro l'inizio dei disastri: bugie, accuse, inimicizie, guerre, tradimenti, omicidi, suicidi morali, intellettuali, affettivi, corporali...e allora ti difendi, dicendo: "Dov'è Dio?". - Ma spuntò una nuova donna "promessa", pronta per una nuova maternità, con la possibilità di riscattare tutto attraverso la virtù dell'obbedienza, pur riconoscendo di essere seconda solo a Dio: Maria di Nazaret, il frutto che ritornò all'Albero.
Le fu detto: "Diventerai la madre del figlio dell'Altissimo. Diventerai la nuova madre di tutti i credenti".
Rispose con libertà e con rispetto: "Non conosco uomo. Non posso presumere di essere "Dio" per generare Dio.
Io sono solo la serva del Signore e non una falsa divinità".
Le rispose il messaggero: "Non tu, ma la potenza dell'Altissimo".
"Se il mio SI è un atto di obbedienza sponsale al mio Dio e non di superbia e di disobbedienza, allora avvenga di me secondo la tua parola". Grazie Maria. Siamo tornati ad essere figli adottivi di Dio: Lui l'unico albero della vita e noi i suoi frutti prelibati. Una domanda: per chiedere consiglio, da chi andare? Dal serpente che, promette, ma inganna o da Dio che chiede molto ma dona tutto?
- Eva, la prima madre, complice Adamo, corresponsabile delle scelte di fondo proposte da Dio, inebriata di tanta grandezza, di tanto potere, di tanta autonomia, di tanta libertà, sospinta dalla superbia, madre di ogni vizio e che non vuole padroni, lei, frutto primogenito dell'albero della vita che è Dio, si staccò da Dio, disobbedì all'alleanza che Dio aveva loro proposto e condiviso.
Il parroco: don Rinaldo Sommacal