Omelie
Omelia del 6 dicembre 2009 - Avvento II
AVVENTO II - ANNO C - 2009
- Gesù è l'incarnazione nel tempo della Parola di Dio.
La Parola di Dio bussò alle porte dell'uomo fin dall'inizio dei tempi. Se è "parola", da parte nostra si richiede "ascolto".
Era desiderio di Dio creatore di intrattenersi con Adamo, dialogando, in modo permanente, formando famiglia.
Adamo rigettò quella splendida esperienza e fuggì da Dio.
Dio subì l'offesa, ma rispose proponendo una nuova alleanza.
Alleanza che sarebbe passata attraverso i danni disastrosi della disobbedienza, che disseminò distruzione e morte, ma per sconfiggere sia la colpa che le sue nefaste conseguenze.
Questa lotta tra Adamo, che, nella storia, continua a peccare e fuggire, e Dio che non si stanca di inviargli i suoi annunci di misericordia e di perdono, ci viene centellinata, raccontata e realmente realizzata nel tempo attraverso la potenza della liturgia.
In che modo?
Per tappe, che iniziano con l'Avvento.
La parola stessa lo dice: è in atto un "avvento", cioè un divenire costante e incessante, un futuro che bussa sul presente, un passato che domanda futuro, un tempo che esce dall'eterno, l'eterno che dialoga con l'oggi, un oggi veloce che si fa dono ad un sempre, ad una storia che non sarà mai dimenticata da Colui che tutto crea, tutto sostiene e tutto sta restaurando per la vittoria finale.
Ecco la meraviglia: mentre noi, superficiali e distratti, a stento prendiamo coscienza di esistere, Uno ci trae continuamente dal nulla nel quale cadremmo se quell'Uno si dimenticasse di noi.
Invece no: quell'Uno mi desidera, mi ama, mi vuole, mi crea, mi invita a prendere coscienza, mi parla come un mio pari, mi permette di dialogare con Lui, addiruttura, strada facendo, mi chiama amico, mi chiama figlio, mi chiama fratello, mi chiama partner, mi invita a celebrare un patto d'amore dove Lui ed io siamo chiamati a convolare a nozze eterne.
Ma per poter fare questo, cioè, che Lui ed io si sia pari dignità, con sopresa, mi dice cose misteriose, impossibili a me, solo a Lui possibili, perché vere.
Lui è la verità e ciò che dice è verità. - Cosa mi dice questo IO SONO, che viene svelandosi per tappe?
Attraverso innumerevoli passaggi, che ci vengono detti e ripetuti le mille volte durante ogni anno liturgico, ci dice che, per poter realizzare il suo prestigioso progetto, Egli, l'IO SONO, propone di fare una alleanza sponsale con noi uomini.
Ha inventato un prodigio che può realizzarsi solo a due condizioni:
che sia Dio a compierlo, poiché la sua realizzazione è impossibile all'uomo;
ma che l'uomo sia disponibile a dire di sì a Dio.
Ecco il prodigio:
affinchè noi uomini potessimo diventre la sposa di Dio, con pari dignità, dovevamo salire, dall'ordine naturale a quello soprannaturale, cioè diventare come "Dio".
Il tentativo lo tentò nel modo sbagliato Adamo, prendendo il posto di Dio. Capitombolò sotto il peggiore dei peccati: la superbia. Il prodigio si sarebbe realizzato, ma per altra strada:
quella pensata da tutta l'eternità da Dio stesso.
Riascoltiamola, ma con lo stupore di chi non la conosce, improvvisamente la scopre e la fa sua:
perché l'uomo potesse diventare come Dio, Dio stesso decise di farsi uomo, elevandolo alla sua stessa natura divina. E' questo che la liturgia d'avvento cerca di dirci:
attenti, sta per avverarsi per voi ed in voi, nell'anno di grazia 2009-2010, ciò che Dio decise nell'eternità. Stiamo per realizzare nel tempo ciò che Dio misticamente e realmente ha già realizzato nel suo perenne presente. La discesa di Dio in noi, per elevare noi alla divintà, dipende da noi, oggi, qui, ora.
La nostra conoscenza si fa fede. La nostra fede diventa celebrazione sacerdotale;
la celebrazione rende presente qui e ora ciò che Giovanni Battista predicò: "Il Signore viene! Preparate la via del Signore". Quali i sentieri messianici da raddrizzare? Pensiamoci!
Il parroco: don Rinaldo Sommacal