Omelie

Omelia del 22 novembre 2009 - Cristo Re

CRISTO RE - ANNO B - 2009

L'anno liturgico, che iniziò con il mistero della nascita nel tempo e nella storia di Gesù, il Figlio di Dio, termina celebrando Gesù "il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra" come recita Apocalisse.
Che Gesù sia il "sovrano dei re", cioè al di sopra di ogni regalità, quindi la loro sorgente, lo afferma egli stesso, quando, rispondendo ad una precisa domanda di Pilato, disse: "Tu lo dici, io sono re".
Si realizzano, così, le profezie che dissero del Messia di Dio: "Gli furono dati potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano: il suo potere è un potere eterno, che non finirà mai e il suo regno non sarà mai distrutto".
Concluderemo questo nuovo anno di grazia, vissuto insieme e ricevuto in dono dal nostro Re, con una solenne professione di fede ed una riscoperta del dono della regalità a noi partecipato.
Professiamo la nostra fede in Cristo Re, dicendo: "Tuoi sono i cieli, Tua la terra e quanto contiene, Tuo è il tempo, Tua l'eternità. A Te l'onore e la gloria nel secoli dei secoli. Amen!".
Noi lo proclamiamo Re indiscusso, anche a nome di quanti non lo sanno.
Chi non lo conosce, non può proclamare, per libera scelta, Gesù, Re sovrano, da cui per tutti sgorga il fiume della vita.
Se molti non possono ringraziare Colui che non conoscono, da cui tutto ricevono, ci sia chi, conoscendolo, lo ringrazi a nome di tutti.

  • In primo luogo gli uomini di scienza: alla conclusione delle loro indagini su quanto esiste ed è misurabile, devono dire, con saggia umiltà: "Noi studiamo ciò che è finito. Non spetta a noi andare oltre ed a fare affermazioni che non ci spettano. Ma noi, dal nostro punto di vista, dobbiamo doverosamente affermare che sono state fatte bene tutte le cose. Altri ci dicano chi le ha fatte.
  • I filosofi, ascoltati gli scienziati, partono da una incontrovertibile constatazione di fatto, che è diventata una legge uguale per tutti e stolto sarebbe colui che la volesse negarla in forza di ideologie preconcette.
    La legge, operante in natura e fatta propria dai filosofi, è questa: ogni effetto suppone una causa. Ciò che noi vediamo con gli occhi del corpo e che gli scienziati misurano con i loro strumenti, è un effetto, che, sia nel micro come nel macrocosmo, rasenta la perfezione. Dicono in coro: "Conosciamo l'effetto!". Aggiungono:
    "Sicuramente esiste la causa proporzionata".
    Ma, mentre l'effetto è visibile, non può esserlo la causa ultima.
    I veri filosofi, senza nascondesi dietro paraventi bugiardi, alla fine di tutti i loro ragionamenti, ammettono: "Ci deve essere una causa prima di tutto ciò che esiste, ma che a sua volta non abbia bisogno di ricevere da altri l'esistenza: onnisciente, onnipotente, eterna. Causa prima, Motore immoto, Nus… la personalizzano i filosofi.
  • I credenti hanno una loro guida che si chiama "fede" e che non è fatta di parole, di sperimentazioni, ma di un tuffo della semplicità.
    Dice il credente: come la sedia richiede un seggiolaio, così l'universo richiede uno che lo abbia fatto. Ma chi può creare dal nulla? Chi può aver acceso il big-bang? Solo chi esiste da sempre. L'increato IO SONO non può non esistere, poiché noi e ciò che ci circonda, non siamo un sogno, ma una vera e strepitosa realtà.
    I credenti, con le lacrime agli occhi e il cuore ripieno di gratitudine, Gli dicono: "Ti adoro mio Dio, ti ringrazio di avermi creato!".
  • Ma noi, cristiani, che conosciamo l'Autore di tutte le cose, a nome di tutti gli uomini, con il cuore che ci scoppia dalla meraviglia e di gioia, usciamo dal grigiore della nostra poca fede e, piegando il ginocchio della mente e del cuore, come il santo Centurione, diciamo di Gesù: "Veramente quest'uomo era figlio di Dio!".
    E Cristo, dal trono regale della croce, ci lancia un messaggio:
    "Io, il Creatore e il Signore del cielo e della terra, per questo mi sono totalmente donato a voi, per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia parola".
    Ogni potere, distribuito a piene mani da Cristo Re a noi, non può assolutamente andare contro la verità. La verità chiama ogni regalità alla costruzione del sovrano bene comune. Ogni persona, munita di una fetta di potere, esamini se stessa e risponda: "Voglio!".

Il parroco: don Rinaldo Sommacal