Omelie

Omelia del 4 ottobre 2009 - Per Anno XXVII

PER ANNO XXVII - ANNO B - 2009

Le tre letture odierne ci conducono entro gli archivi dove risiedono gli arcani progetti di Dio sull'intero creato. Afferma Ebrei 2,10: "Dio... per il quale e mediante il quale esistono tutte le cose".
A indire il pellegrinaggio sui progetti di Dio sull'uomo in particolare fu un preciso quesito posto dai Farisei a Gesù, non so se per contraddirlo o per fargli dire una verità anche a loro cara.
Riguarda il problema del matrimonio e del suo valore indissolubile.
Il matrimonio è una consuetudine di vita che viene dal basso, inventata dagli uomini, o è una istituzione che ha il sigillo indelebile del Creatore e che svela verità non negoziabili?
Toccando il matrimonio, si interroga ancor prima l'identità e l'essenza della natura umana.
Chiesero i Farisei a Gesù: "E' lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?... Mosè ha permesso... di ripudiarla". Chi tra gli ebrei aveva il coraggio di contraddire il grande Mosè?
E' facile, quindi, supporre che i Farisei volessero mettere in difficoltà la predicazione di Gesù che, con tutta probabilità, aveva toccato la natura della famiglia e, in particolare, del matrimonio.
Gesù rispose sia interrogando Mosè, sia scavalcando, con autorità, lo stesso Mosè, facendo risalire il matrimonio alle sue stesse origini umano-divine.
Gesù ci porta entro i progetti delle prime e inviolabili volontà divine, sancite dall'eternità e scritte nelle pagine della Genesi. Sì, Gesù ammette che Mosè aveva concesso il divorzio.
Ma subito aggiunge che scrisse quella legge non per sua e per divina volontà, ma causa "la durezza del vostro cuore".
Mosè dovette cedere davanti alla volontà del popolo.
Ma, se Mosè ha ceduto ed ha permesso di "scrivere un atto di ripudio" da parte del marito contro la moglie, Dio no.
Sul matrimonio ci fu grande frattura tra la volontà di Dio e la legge divorzista imposta a Mosè dal primo referendum popolare, via via ripetutosi nel tempo.
Ma quale è il motivo per cui Gesù rimanda i suoi interlocutori a rileggere il matrimonio risalendo alle sue origini?
La legge del divorzio non fu una conquista di civiltà.
Gesù la motiva così: "Per la durezza del vostro cuore".
Poi, con autorità, ma anche con commozione, Gesù ci conduce a contemplare le scaturigini del creato, il nascere del primo uomo e il sorgere stupendo del primo matrimonio.
Gesù prende in mano Genesi, il libro delle origini, e tiene una lezione magistrale ai suoi interlocutori, tra i quali, forse, c'erano anche alcuni che avevano beneficiato della legge in favore del divorzio. Sulle verità immutabili Gesù non transige.
Ma, verso chi, per fragilità, le ha infrante, non si lascia sorpassare da nessuno in misericordia e perdono. Così oggi la sua Chiesa!
Rispondendo ai Farisei Gesù richiama subito una prima verità in ordine al creato. Attribuisce l'inizio della creazione a Dio, "per il quale e mediante il quale esistono tutte le cose" (Eb 2,10).
Comunque sia avvenuta, la creazione del mondo è opera di Dio "creatore e signore del cielo e della terra"ed ha immesso la sua intelligenza creante nelle leggi che guidano la perenne e strabiliante evoluzione dell'intero universo.
Poi Gesù, con dolcezza sacerdotale, quasi stesse celebrando il primo matrimonio, disse: "Dio li fece maschio e femmina; l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno un carne sola. Così non sono più due, ma una carne sola". Ribattono i favorevoli al divorzio: "Sì, ma come si sono uniti, così gli sposi possono sciogliere la loro società".
"No, risponde Gesù, perché l'uomo, (in questo caso il potere umano), non può dividere (cioè sciogliere), "ciò che Dio ha congiunto". Ecco perché la Chiesa, fedele al Maestro ed ai suoi insegnamenti, anche con enorme sofferenza davanti ai casi singoli, dove il rapporto matrimoniale è fallimentare, non può non essere fedele al suo mandato. L'insegnamento cattolico continuerà a dire: "Non separi l'uomo ciò che Dio ha congiunto". Ma a questo punto si fa acuta la domanda: "Cosa fare per i divorziati risposati e per di più credenti?". La Chiesa ci pensa intensamente e con sofferenza.
Ci sono direttive illuminanti in merito da parte dei Vescovi italiani.

Il parroco: don Rinaldo Sommacal