Omelie
Omelia del 13 settembre 2009 - Per Anno XXIV
PER ANNO XXIV - ANNO B - 2009
Ci siamo congedati domenica scorsa con posato negli orecchi e sulla lingua il sospiro emesso da Gesù sul sordomuto: "Apriti!". Il prodigio oggi è donato a noi. Ci aiuterà a sentire ed a parlare.
Tendiamo l'orecchio, cerchiamo di capire a quali voci e a quali persone dobbiamo dare ascolto per poter, con certezza aprire le nostre labbra e rispondere liberamente e gioiosamente: "Sì!".
Non è vano il richiamo, poiché oggi non pochi anche tra i cristiani, più che chiedersi cosa dice il Maestro, si lasciano attirare da altri predicatori, spesso seguiti in modo acritico, quasi idolatra.
Vista la confusione in corso anche tra le file dei suoi discepoli, torna di attualità la domanda del Maestro: "Chi dice la gente che io sia?".
Sarebbe interessante sentire chi non è cristiano o chi, pur avendo ricevuto il battesimo, ha smarrito la strada della fede, cosa pensano su Gesù e di Gesù.
Ma questo interrogativo riguarda altri rispetto a noi.
Se siamo qui è perché vogliamo essere cristiani ed essere discepoli alla sequela di Gesù, per noi il solo Maestro.
Ed allora lasciamo che Gesù, oggi, attraverso la pagina del suo vangelo, che abbiamo qui proclamato, si rivolga a noi, come sua comunità, ma anche come singole persone, e ci ponga seriamente la domanda, valida in tutti i tempi: "Ma voi chi dite che io sia?".
- Io la pongo per primo a me.
Non do assolutamente per scontato che io sia in grado di rispondere subito e bene alla domanda postami da Gesù.
A volte ho l'impressione di fare il prete "professionista", anziché fare il cristiano così convinto di Cristo da amarlo al di sopra di ogni altra cosa, al di sopra di me medesimo e, da innamorato, ma lucidamente, di predicarlo a qualsiasi prezzo, anche della vita. - Sono sicuro che tra i miei parrocchiani ci siano alcuni che saprebbero dirmi, magari più con il pensiero, con il cuore e con la vita che a parole, chi è per loro Gesù. Persone che non esiterei a definire "sante", poiché tenacemente vivono con Cristo, per Cristo e in Cristo, nella buona, come nella cattiva sorte.
- Ma per molti cristiani abitudinari può risultare difficile rispondere alla domanda di Gesù: "Chi sono io per te".
Mi rifaccio ad una bella omelia tenuta dall'allora cardinale Giovanni Battista Montini, arcivescovo di Milano, poi Paolo VI, che, di fronte a questo interrogativo, cercò egli stesso di darsi e di darci una risposta.
Disse: "Dall'inquietudine degli spiriti laici e ribelli e dall'aberrazione delle dolorose esperienze umane, prorompe fatale una confessione al Cristo assente: di te abbiamo bisogno".
"Il mondo, dopo aver negato Cristo, lo cerca fra i mortali; ricusa di adorare Dio fatto uomo e si prostra davanti all'uomo che si fa Dio". Poi si rivolge a Cristo con una litania di accorate invocazioni:
- "O Cristo, nostro unico mediatore, o solo vero maestro delle verità recondite e indispensabili della vita, Tu ci sei necessario per conoscere il nostro essere, il nostro destino e la via per conseguirlo;
- Tu ci sei necessario, o Redentore nostro, per scoprire la nostra miseria e per guarirla; per avere il concetto del bene e del male e la speranza della santità; per deplorare i nostri peccati e averne il perdono;
- Tu ci sei necessario, o fratello primogenito del genere umano, per ritrovare le ragioni vere della fraternità fra gli uomini, i fondamenti della giustizia, i tesori della carità, il bene sommo e la redenzione;
- Tu ci sei necessario, o grande paziente dei nostri dolori, per conoscere il senso della sofferenza e per dare ad essa un valore di espiazione e di redenzione;
- Tu ci sei necessario, o vincitore della morte, per liberarci dalla disperazione e dalla negazione e per avere certezze che non tradiscono in eterno; Tu ci sei necessario, o Cristo, o Signore, o Dio-con-noi, per imparare l'amore vero e per camminare nella gioia e nella forza della tua carità, lungo il cammino della nostra via faticosa, fino all'incontro finale con te amato, con te atteso, con te benedetto nei secoli".
Anche noi con Pietro gli diciamo:
"Tu ci sei necessario! Perché tu, e tu solo, sei il Cristo".
Il parroco: don Rinaldo Sommacal