Omelie
Omelia del 15 agosto 2009 - Assunzione
ASSUNZIONE - ANNO B - 2009
- Afferma con autorità l'apostolo Paolo: "Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti".
Si parla di Gesù che, con la sua risurrezione, diede inizio alla risurrezione universale dell'umanità.
Ma, se Gesù è la "primizia", significa che è un inizio che non avrà mai fine. Chi sarà il secondo che, dopo Gesù, potrà godere della risurrezione dei morti?
Non poteva che essere la mamma di Gesù, Maria.
E così fu.
In modo solenne lo affermò il magistero della Chiesa che, l'uno novembre del 1950, dichiarò dogma di fede la risurrezione e assunzione al cielo di Maria Vergine, anima e corpo.
Come abbiamo gioito a Pasqua per la risurrezione di Gesù, così la gioia, come fiume possente, ci pervade oggi, nel celebrare Maria, nostra mamma in Cristo, risorta e assunta in cielo anima e corpo, subito dopo la sua morte, chiamata anche dolcemente "dormizione".
Godiamo per lei, godiamo con lei, con tutte le schiere celesti e con tutti i cristiani che, oggi, in ogni parte del globo, cantano:
"Regina caeli laetare, alleluia".
Godiamo per lei e con lei, ma anche tra noi, poiché ciò che fu riservato come primizia a Gesù e come privilegio a Maria, verrà donato a tutti noi per opera della redenzione operata da Gesù.
Infatti l'uomo, voluto da Dio a sua immagine, da Dio stesso fu pensato per l'immortalità.
Non potendo essere immortale il nostro corpo presente, doveva risorgere con le caratteristiche dell'immortalità dopo la morte, una morte che non doveva essere traumatica come lo è ora, causa il peccato. - Succede così che, rileggendo la vita di Maria, dal suo concepimento alla sua risurrezione e assunzione al cielo, mentre le tributiamo il doveroso culto, richiamiamo a noi la nostra vocazione.
- Fu concepita immacolata, nonostante la colpa originale che inquinò tutta l'umanità.
Ebbene, Maria, perché immacolata, fu scelta a diventare la madre del figlio di Dio che, con la sua passione e morte avrebbe ridonato a noi, se non l'immacolatezza originale, la rinascita alla santità per mezzo del battesimo e dei sacramenti. - A Maria Dio chiese: "Dona l'umanità al mio Figlio unigenito, perché io possa elevare l'umanità fino a me e, purificata dalla colpa, renderla divina, per l'eternità".
Maria, nuova Eva, non si sottrasse alla prova e, con la forza che le anticipava Gesù, che sarebbe uscito dalle sue viscere, disse a Dio, suo Creatore e suo Sposo: "Sì". Maria è il modello di ogni "sì". - Maria non tenne per sé il figlio; lo educò come un dono, perché, in quanto figlio suo, avesse da crescere fino ad essere pronto per farsi il "figlio dell'uomo" e dono al mondo intero.
Le dirà Gesù adolescente: "Non sapete che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?". Esaminiamo anche noi le nostre scelte. - Giunto il momento per Gesù di farsi totalmente dono al mondo, fino alla morte e alla morte di croce, Maria si unì al figlio in modo invisibile, ma totale. A Gesù cavarono il sangue, a Maria l'anima, il cuore, ogni energia spirituale, morale, corporale, così da essere definita "la Addolorata".
Solo Gesù il redentore. Ma Maria è dentro la redenzione: dove è Lui, Lei c'è. Tutti siamo invitati ad unire le sofferenze a Cristo. - Gesù la ripagò, rallegrandola con la sua apparizione di risorto. Maria accompagnò la Chiesa primitiva a fare i primi passi, poi si lasciò chiamare dal figlio e, come dice una tradizione, fu portata dagli angeli in cielo. Ci insegna che alla morte si deve arrivare vivi! In cielo ora noi la vediamo e lì Maria ci attende, ma non manca mai la sua potente e molteplice presenza in terra.
Lei ci è sicuramente vicina. Siamo noi ad esserle spesso lontani.
Torniamo a lei, come figli incantati da così grande madre.
Possa ognuno di noi, toccato da Maria, con lei cantare: "L'anima mia magnifica il Signore" per tanti e tanti motivi. - Fu concepita immacolata, nonostante la colpa originale che inquinò tutta l'umanità.
Il parroco: don Rinaldo Sommacal