Omelie

Omelia del 1 marzo 2009 - Quaresima I

QUARESIMA I - ANNO B - 2009

  1. Dopo il terrificante diluvio che colpì la terra allora conosciuta, Dio fece una solenne promessa, che tutt'ora regge.
    Disse a Noè, il sopravissuto al diluvio, il nuovo capostipite dell'umanità:"Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutta alcuna carne dalle acque del diluvio, né il diluvio devasterà più la terra".
    Il messaggio è chiaro: Dio, l'Unico, il Signore del cielo e della terra, l'origine perenne di ogni esistenza, confessa all'uomo il suo proposito che non avrà, da parte sua, smentita alcuna:"Io sarò il Dio della pace".
    Sceglie anche il "logo" a tutti visibile e che compare dopo la pioggia: l'arcobaleno appeso sulle nubi del cielo. Chi, di generazione in generazione, alzando gli occhi al cielo, vede quell'arco, si chieda: "Cosa significa?". Risponde Dio: "E' il mio arco, appeso per sempre tra cielo e terra, come segno di eterna alleanza tra me e la terra".
    Dunque, Dio non è adirato con noi. Dio è in pace con noi.
    Dio l'ha promesso. Dio è fedele.
    Perché il suo proposito possa realizzarsi, Dio chiede che la controparte, l'uomo, a sua volta, sieda al tavolo della trattativa, decida di fare sua la carta costituzionale dell'alleanza Dio-uomo e la firmi con autorità e consapevolezza, a nome dell'umanità.
    Noè, da capostipite della nuova umanità, firmò l'alleanza con Dio.
    Da quell'istante, ufficialmente, Dio è e sarà in pace con l'uomo.
    Come rispose l'umanità?
    Un'alleanza si realizza se entrambi i contraenti si danno positivamente da fare per realizzarla. Sul tavolo della trattativa sta la pace.
    La carta costituzionale non fa una grinza.
    Ma non basta una carta firmata e sancita con il sangue di uno o più animali per avere la pace vera.
    La pace si costruisce giorno per giorno, con l'obbedienza alla carta costituzionale da parte di tutti i contraenti: i semplici cittadini, la famiglia (origine naturale di ogni istituzione), le culture, le politiche di ogni popolo, le leggi che regolano i rapporti tra le nazioni, ecc.
    Purtroppo la risposta delle varie realtà umane si è rivelata quanto mai deludente. A parole tutti predicano "pace", ma non c'è giorno in cui la pace, poco o tanto, non venga profanata.
  2. Noi cristiani non possiamo rassegnarci alla sconfitta della pace.
    All'inizio della quaresima non possiamo non fare un esame di coscienza e chiederci se siamo persone di pace effettiva con noi stessi, entro casa nostra, in Città, nella comunità, nel posto di lavoro, nello svago, nella salute come nella malattia, o se facciamo belle prediche sugli altri, poi, personalmente, non sappiamo fare il digiuno dell'ira, della discordia, del pettegolezzo, della mormorazione, del sospetto, della calunnia, della critica per la critica, seminando pessimismo, cogliendo sempre e solo quello che non va negli altri: persone, istituzioni, Chiesa ecc.
    Sono le tentazioni che Gesù ha voluto sperimentare per quaranta giorni e quaranta notti, cioè per un'eternità. Volle subirle non nel benessere, ma nel disagio del digiuno, della preghiera e della solitudine. Volle subire e affrontare a viso aperto tutte le tentazioni.
    Poteva scegliere la strada del compromesso, imboccata da Adamo, spesso praticata nei secoli dall'uomo, a volte anche dai credenti, dalle religioni, cristiana compresa. Gesù è lì, solo. Ma Gesù è l'uomo, è tutta l'umanità. E' l'Emmanuele, il Dio-con-noi. E' il Salvatore. E' con tutti i tentati. Tutti ci sentì presenti in quei lunghissimi giorni. Per tutti si lasciò tentare. Alla fine, non per sé, ma per quel "noi" che ha voluto assumere su di sé, disse a Satana, la personificazione di tutte le tentazioni:"Non ti servirò. Vattene. Adora anche tu il solo, l'unico, il vero Dio".
    Vogliamo vivere senza tentazioni? Impossibile!
    Senza la tentazione non siamo liberi di scegliere tra guerra e pace.
    Vogliamo essere costruttori di pace? Lo vogliamo! ma da soli, dopo il primo passo, saremmo già pronti a scoccare contro l'avversario le frecce della mente, del cuore, della lingua, delle mani. Non da soli. Gesù non è forse il Dio-con-noi? Nella tentazione, diciamogli:"Non abbandonarci! Vieni Signore Gesù!".

Il parroco: don Rinaldo Sommacal