Omelie

Omelia del 18 gennaio 2009 - Per Anno II

PER ANNO II - ANNO B - 2009

Dopo il tempo natalizio, che va dall'Avvento al Battesimo di Gesù, punto fisso di confronto per capire il mistero di Dio fatto uomo e dell'uomo elevato con il battesimo alla divinità, l'anno liturgico ripropone, da questa domenica fino al mercoledì delle ceneri, che inaugurerà la quaresima, una serie di domeniche a sfondo catechistico e vocazionale.
La celebrazione eucaristica, se da un parte rende realmente presente Dio che si fa Parola e diventa Cibo e Bevanda di vita eterna, non disdegna di diventare anche aula che raduna in assemblea i credenti, perché ridiventino discepoli del divin maestro.
Paradigma dell'atteggiamento di ogni cristiano, ma possiamo dire senza tema di errore, di ogni essere pensante, a qualsiasi religione appartenga, di qualsiasi cultura sia, è la prima lettura di questa domenica.
Protagonisti sono tre personaggi: un ragazzo di nome Samuele, la voce dell'invisibile Dio ed Eli, il mediatore tra il ragazzo e Dio.
L'ambiente dove si consuma la storia è il tempio di Gerusalemme, assurto a simbolo di tutti i luoghi dove dovrebbe primeggiare il momento formativo, educativo, maturante, fino a favorire la scelta di vita, in particolare la famiglia, la scuola, la Chiesa.
Samuele è il figlio di Anna, la donna sterile che era andata al tempio a chiedere a Dio il dono della maternità, con la promessa di donare a Dio l'eventuale figlio.
Avuto Samuele, Anna mantenne la promessa: lo consegnò al sommo sacerdote Eli, perché lo facesse crescere alla scuola della Parola di Dio.
Samuele non solo assimilerà gli insegnamenti di Dio, ma sarà da Dio stesso elevato a profeta. Sarà il profeta del re Saul e consacrerà re il grande Davide.
Samuele viene oggi presentato in quella età evolutiva, quando può succedere di tutto e il contrario di tutto; quando normalmente si decide l'intero futuro della persona umana.
Samuele è chiamato mentre dorme.
Il sonno! E' l'età in cui i ragazzi sono tentati di essere sordi, distratti, vagoni trainati dal branco, a volte spenti intellettualmente, moralmente, spiritualmente.
Il primo compito dell'educatore è quello di riuscire ad accendere l'attenzione dell'educando.
La giovinezza, con tutte le sue sfumature, è l'età delle molte chiamate: genitori che incalzano, amici che invitano, la TV che affascina, il cellulare che spadroneggia, gli educatori che tentano il difficile dialogo, la coscienza che gioca a nascondino...
Dovrebbe essere l'età in cui spuntano i basilari interrogativi, determinanti per fare le scelte della vita in modo giusto e maturo, prevenendo il fallimento.
Ecco i principali interrogativi, che possono nascere entro un ragazzo, ma che spesso devono essergli proposti dai mediatori, a loro volta in ascolto delle grandi verità, certi di essere gli interpreti di Colui che dice all'uomo: “Ascolta", cioè Dio: chi sono io? Chi siete voi che mi consigliate? Cosa mi proponete? Perché questa voce autorevole che mi chiama? Cosa vuole da me?
Potessero tutti i giovani avere saggi educatori, essere capaci di sentire la voce di Dio che parla nei modi più svariati; potessero dirgli come Samuele:"Parla, che il tuo servo ti ascolta".
Per capire la giusta chiamata è necessario individuare e stare lontani dalle proposte inquinate.
Quante proposte oggi vengono inviate ai giovani, per le strade le più impensate, ma per indurli in tentazione ed avviarli a scelte sbagliate, da cui è difficile uscirne.
La nostra fede, che annuncia verità di vita certe e propone scelte alte sia sulla via della professione, che del matrimonio, che della vita consacrata e sacerdotale, non teme di contestare il degrado giovanile e di proporre scelte belle, limpide, contro corrente, simili ad ardimentose, ma affascinanti arrampicate in parete.
Scelte impossibili da soli. Ma possibilissime in cordata con Lui.
Con chi? Con Gesù. Come trovarlo?
A chi gli chiede:"Rabbì, dove abiti?" Egli risponde: "Venite e vedrete". Gesù non impone. Gesù liberamente propone.

Il parroco: don Rinaldo Sommacal