Omelie

Omelia del 1 gennaio 2009 - Capodanno

CAPODANNO - ANNO B - 2009

Molti nel mondo sono i modi di salutare l'Anno Nuovo.
La Chiesa cattolica ha scelto la strada più naturale e paragona il Capodanno a un bambino appena nato, verso cui rivolgere le più tenere cure e i più ragionati auguri, perché il suo domani sia il migliore possibile. Se lo sarà per lui, lo sarà per noi.
Personalizzato il Capodanno in un neonato, la liturgia cattolica si preoccupa subito di dire di chi è figlio, cosa deve aspettarsi dai suoi genitori e cosa i suoi genitori devono aspettarsi da lui.
La liturgia del primo gennaio festeggia la donna per eccellenza che viene indicata come la generatrice di quanto c'è di vero, di bello e di buono nel creato, avendo generato Colui che del tempo è il Creatore.
La liturgia titola il Capodanno: solennità di Maria Santissima Madre di Dio.
Ma non c'è madre senza un padre.
Se il simbolo più alto della maternità umana è Maria, Dio, chiamato dal figlio di Maria "Padre", non può non essere oggi adorato e invocato come Colui che è generante per sua essenza e Colui che ha donato agli uomini il potere di generare: "Crescete e moltiplicatevi" disse ad Adamo ed Eva, e così fu.
Ecco i tre protagonisti di questo Capodanno:
Dio: origine unica di quanto esiste e simbolo di ogni paternità;
Maria: la fecondità divina trasmessa agli uomini;
l'umanità: il perenne frutto della paternità e della maternità divina.

  1. Dio oggi chiede alla Chiesa di convocare il popolo e di rinnovare su di lui la benedizione celeste.
    A noi sacerdoti, presenza sacramentale di Cristo sacerdote, Dio ordina: "Benedirete così il vostro popolo; direte loro: Ti benedica il Signore e ti protegga. Il Signore faccia brillare su di te il suo volto e ti sia propizio. Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace".
    Ricordiamolo e non scordiamolo: Dio è in nostro favore, oggi e sempre, anche quando sembra essere assente, muto, sordo.
    Sono i momenti in cui, forse, è la nostra fede che vacilla nei suoi confronti. Non è Dio ad allontanarsi da noi. E' più facile che siamo noi ad allontanarci da lui e giustificarci, dicendo: "Dio non mi ama. Forse Dio non sa che esisto", e viviamo come se Dio non ci fosse.
  2. Anche Maria, oggi impersonata dalla Chiesa, è sempre, verso noi suoi figli, madre tenerissima: "il dimandar precorre" dice il Poeta.
    Una mamma ama sempre, anche quando eventualmente, nei suoi limiti, commette qualche errore in buona fede.
    La Chiesa è mamma. Nei dettagli storici può anche sbagliare, ma mai nella sua funzione di generare nel tempo il figlio di Dio che si fa carne in ogni uomo.
    Questo i figli di Dio in Cristo devono saperlo e riconoscerlo con più riconoscenza e gratitudine. Non siano i figli a parlar male di lei.
    Che non serpeggi tra noi cristiani quel detto che ha fatto fortuna tra gli scettici e i perenni denigratori della Chiesa: "Cristo sì! Chiesa no!".
    Questa affermazione per i cristiani è un suicidio. Se siamo con Cristo, Egli ci fa diventare come lui, suo corpo. E questo è la Chiesa, ben prima delle strutture visibili e dei ruoli temporali.
  3. Premesse tutte favorevoli perché il neonato 2009 possa crescere tra sicurezze e certezze, tra certezze e investimenti pastorali, per continuare a tessere, con avvedutezza e profezia, l'oggi della storia, proteso a quel domani che la rivelazione ama chiamare cieli nuovi e nuova terra. Il prossimo domani sta bussando alle nostre porte.
    Circa le verità rivelate, splende di grande lucentezza, perché mai come oggi il magistero della Chiesa è così alto e libero.
    Ma la verità è chiamata a incarnarsi in una storia che da tutti viene preannunciata molto dura sotto il profilo sociale ed economico.
    Il denaro non può e non deve essere il nostro dio. Recentemente, presumendo di esserlo, è incappato in una solenne caduta, con disastrose conseguenze morali ed esistenziali. Ecco cosa dovremo aspettarci: tempi duri. Cerchiamo di essere all'altezza della prova.
    La storia sacra e profana insegna che nella prova nascono le nuove civiltà. Se uniti, solidali e non eternamente litigiosi, vinceremo anche questa prova. Buon Anno!

Il parroco: don Rinaldo Sommacal