Omelie
Omelia dell'8 dicembre 2008 - Festa della Parrocchia
FESTA INVERNALE DELLA PARROCCHIA - 2008
La cultura della carità
E' festa. Siamo in festa. Facciamo festa. Doniamo festa. Ma, perché ci sia festa, è necessario che ci siano tutte le portate.
- Non c'è festa per chi non si ama. Uno non si ama fintanto che non si accetta. Uno si accetta se, guardandosi, impara a conoscersi e scopre di avere valori di testa, di cuore e di corpo che altri non hanno e che lui solo possiede.
Chi si conosce a fondo, accanto a quello che non ha, scopre anche con sorpresa e con gioia quello che ha ed è prezioso, unico. - C'è festa se, scoperto che siamo preziosi, ci mettiamo in rete, per la "festa dei doni": donare quello che abbiamo, chiedere quello che non abbiamo e di cui abbiamo bisogno, accogliere con gioia i doni degli altri e gli altri come dono.
- La festa tocca il suo culmine se viene celebrata ed a presiederla è il Datore dei doni in persona, Dio. "In Lui tutto sussiste".
Le nostre vive liturgie sono festa se sono un canto di lode e di ringraziamento a due voci: di chi ha ricevuto e di chi ha dato.
Le nostre liturgie sono un continuo andare a Dio, datore dei doni, ma anche un incessante venire di Dio, che, come un poverello, ci chiede accoglienza festosa, condivisione e generosa disponibilità.
Il Dio, che tutto dona, umilmente chiede attraverso la persona che ha bisogno. - Tu, chiunque tu sia, poiché sei ricco agli occhi di Dio, puoi aiutare Dio che si fa povero per farti ricco di amore. Puoi sorridere a chi cerca un sorriso gratuito; puoi tendere la mano a chi sospira un saluto e un aiuto; puoi prestare i tuoi piedi a chi non può camminare; puoi offrire un servizio a chi è costretto a letto o su una carrozzella; puoi dare un lavoro ad un disoccupato se sei un imprenditore; puoi dare gratuitamente un utile consiglio a chi dispera; puoi mettere nella cassa parrocchiale una adeguata offerta affinché la parrocchia sia sempre attenta a che a nessuno della comunità manchi il necessario in cibo, in luce, in riscaldamento, in spese condominiali, causa la disoccupazione, l' invalidità non riconosciuta, la insufficente pensione, ecc.
Non c'è festa senza speranza e non c'è speranza in chi non ha un futuro sicuro. Questa è la cultura della carità del vangelo di Cristo.
Il cittadino Rinaldo Sommacal, senza compromettere le casse parrocchiali, con la collaborazione dell'Amministrazione Comunale, con la speranza di riaccendere la speranza, quindi la festa, in casa di quei cittadini che a volte non vengono più considetati tali, ma solo un peso sociale, intende offrire i suoi risparmi di cinqant'anni di lavoro pastorale, mettendo in piedi il "Cantiere della Provvidenza". Potrebbe decollare agli inizi del nuovo anno. Chi avesse amore verso quel Gesù che è presente nel povero, anche nel povero scomodo e che fa irritare la nostra normale sensibilità, potrebbe entrare in cordata con il cittadino Rinaldo Sommacal, alimentando la cassa che farà vivere l' originale "cantiere della provvidenza" che, attraverso il lavoro, vuole aiutare gli sbandati, residenti nel Comune di Belluno, a ritrovare la strada del recupero della loro perduta o ferita dignità di persone. Quella sentenza impressionante di Gesù: "l'hai fatto a me", irrompre nella nostra "festa" e fa sì che l'immacolatezza di Maria invada di splendore la nostra comunità, la liberi da ogni colpa e da ogni retaggio di egoismo religioso, quasi che il vero cristiano fosse solo colui che si difende, rinchiudendosi in se stesso, rinunciando di dialogare con le altre religioni e guardasse con inimicizia il forestiero, temesse l'uguaglianza dei diritti... Chi non è forestiero? Maria Immacolata ci ricorda che le nostre origini vengono dall'unico vero Dio che creò un'unica specie umana, poi fattasi ricca di innumerevoli razze, lingue, culture.., ma sempre e solo un'unica famiglia, la famiglia umana, elevata in Gesù a famiglia di Dio. La disobbedienza dei progenitori offuscò l'originale immacolatezza della specie umana. Così il fratello uccide il fratello. Anticultura! Maria, la nuova Eva, riportò la vittoria dell'obbedienza sulla disobbedienza e generò Gesù il nuovo Adamo. Concepiti nel peccato siamo rinati immacolati per mezzo del battesimo che, da figli dell'uomo, ci ha rigenerati a figli di Dio. Dio ha imbandito la tavola. Siamo tutti invitati. Facciamo festa. Condividiamola. Doniamola a tutti. E' la nostra cultura.
Il parroco: don Rinaldo Sommacal