Omelie

Omelia del 9 novembre 2008 - Per Anno XXXII

XXXII PER ANNO - FESTA DELLA BASILICA LATERANENSE - ANNO A - 2008

Oggi 9 novembre. Ancora un salutare conflitto tra liturgie.
Come otto giorni fa la domenica per anno ha volentieri ceduto il passo alla Commemorazione di Tutti i Defunti, così oggi, 9 novembre, lo ricede alla festa per la Dedicazione della Basilica Lateranense.
Il motivo è presto detto:
non la basilica di San Pietro, sorta sul colle del Vaticano, sopra la tomba di Pietro, è la chiesa dove ha sede la Cattedra del Vescovo di Roma, il capo della Chiesa cattolica, ma la Basilica Lateranense, la cui dedicazione viene celebrata ogni anno il 9 novembre.
Essendo in essa la Cattedra del Papa, la festa della Basilica Lateranense diventa così la festa della Chiesa universale.
Affermata questa verità storico-dogmatica, la liturgia ci porta a parlare del mistero della salvezza che nella chiesa di pietre ha un visibile segno.

  1. Il re Salomone, inaugurando il meraviglioso tempio di Gerusalemme, ebbe a dire:
    non ho costruito questa casa con lo scopo di contenere Dio.
    Non è il tempio di pietre, per quanto grande e bello, che può contenere Dio. E' Dio, invece, il tempio che tutto contiene.
    • E' una verità che anche la retta ragione sa raggiungere.
      Se Dio è Dio, non può essere contenuto da una sua creatura.
      Sarà vero il contrario.
    • Noi, che crediamo nel Dio che si è rivelato in molti modi agli uomini, sappiamo che i cieli ed i cieli dei cieli non possono contenere Colui che dei cieli è il creatore.
    Non possiamo, quindi, con le nostre piccole devozioni, costringere Dio ad essere più qui che là. Possiamo altresì affermare che i luoghi di culto ci aiutano, e spesso anche in modi straordinariamente efficaci, a metterci alla presenza di Dio e sentire Dio presente.
    Benediciamo gli artisti che, sia con le strutture architettoniche, sia con le decorazioni interne e con gli arredi sacri, riescono a creare quel clima che spontaneamente aiuta il raccoglimento, favorisce l'incontro individuale e collettivo con il divino e facilita le liturgie ad essere un vero incontro di Dio con noi, di noi con Dio e tra di noi.
  2. Ma, quel Dio, che mai potrà essere contenuto in un luogo, non ha esitato a fare una scelta sbalorditiva, tutta a nostro favore:
    il Dio inaccessibile ha scelto, per amore dell'uomo, di farsi uomo.
    Colui che i cieli dei cieli non possono contenere, ha scelto di abitare in un corpo d'uomo.
    E' bastato il trepido e purissimo "sì" della Vergine di Nazaret ed il Verbo si fece carne. Il corpo di Cristo è il vero tempio di Dio.
    In Gesù uomo, infatti, abita la pienezza della divinità.
    Gesù, parlando del suo corpo, che sarebbe stato ucciso, ebbe a dire ai suoi nemici: "Distruggete questo tempio ed io in tre giorni lo riedificherò".
  3. Dove oggi noi possiamo andare, per incontrare il Corpo di Cristo, il tempio di Dio, entrando nel quale noi sappiamo di entrare dove veramente Dio abita in pienezza?
    Gesù, in previsione che il suo corpo visibile si sarebbe sottratto alla nostra vista, si diede un nuovo corpo visibile, la Chiesa.
    Scelse dodici pietre, una delle quali fu posta come pietra d'angolo, e le mise come fondamenta del Suo nuovo corpo visibile. Sono i dodici apostoli, con a capo Pietro, a cui Gesù donò la sua mistica presenza. La Chiesa, quindi, è il Corpo di Cristo, la visibile e vera casa di Dio. Chi vi entra, può realizzare due sogni: diventare a sua volta Corpo di Cristo, ma anche essere sicuro di incontrare il Dio di Gesù Cristo. Non perdiamo altro tempo nel costruire chiesuole, che vorrebbero ridurre Dio secondo i nostri piccoli desideri, a volte capricciosi. Gesù, alla Samaritana che chiedeva in quale luogo trovare il Dio vero, disse: "Donna, è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori". Dio si è umanizzato per divinizzare la nostra umanità.
    Realizziamo la Chiesa: troveremo Dio e saremo la casa di Dio per chi lo cerca. Ci raduniamo ogni domenica in un luogo per imparare a scoprire che in ogni luogo Dio è presente.

Il parroco: don Rinaldo Sommacal