Omelie

Omelia del 12 ottobre 2008 - Per Anno XXVIII

PER ANNO XXVIII - ANNO A - 2008

I discorsi del profeta Isaia sullo straordinario banchetto imbandito per tutti i popoli e di Gesù sul banchetto nunziale, rispondono alla domanda che sempre sale dalla terra verso l'alto: "Ma chi è il Signore in cui speriamo? Cosa ci riserverà alla fine della vita?".

  1. Per Isaia il Dio in cui il popolo ebreo crede e spera senza tentennamenti, è un Dio presente, simboleggiato dal tempio che splende maestoso sul monte Sion in Gerusalemme, caput mundi.
    Il Dio di Isaia non vuole ingannare il suo popolo con effimere e future promesse paradisiache, per indurlo oggi ad una supina obbedienza.
    Sull'oggi Dio chiede a tutti impegno e fatica, nella perenne lotta tra onestà e disonestà, tra vittorie e sconfitte morali, tra gioie e dolori, tra vita e morte...
    Per il Dio di Isaia l'oggi ci è dato per generare il nostro domani, fino al grande e finale domani, che diventerà il nostro eterno oggi.
    Il Dio di Isaia, a quanti si propongono oggi di vincere il male con il bene, promette quattro doni eccezionali ed intramontabili, anzi, capaci di far crescere, nel goderli, la possibilità di goderli ancor più.
    • Il primo dono che Dio elargirà a tutti ed a ciascuno, proprio dopo di esserne stati vittime, è la definitiva vittoria sulla morte.
    • Il secondo dono sarà la capacità di vedere Dio così com'è, senza veli di separazione. I teologi la chiamano la "visione beatifica di Dio". Se quaggiù non ci stanchiamo mai di godere un bel panorama, in paradiso non la noia, ma la novità sarà il cibo quotidiano.
    • Terzo dono: l'assenza dei dolori che fanno della nostra terra una valle di lacrime.
    • Quarto dono: in paradiso non troverà ospitalità la malvagità. La natura umana, attraverso la risurrezione dai morti, riceverà la libertà dei figli di Dio, per cui ogni scelta seguirà la guida del "lumen gloriae" che porterà tutti ed ognuno a scegliere ciò che è bello e buono. Anche questo sarà paradiso.
    Conclude Isaia: "Ecco chi è il nostro Dio. Il nostro Dio è colui che salva".
  2. Ma cosa dobbiamo fare per essere arruolati nell'esercito del Dio che salva, per usare ancora l'immagine di Isaia? Risponde l'apostolo Paolo che ci dice:
    diventa un futuro cittadino del paradiso colui che su questa terra, sia nella buona come nella cattiva sorte, è capace di dire: "Tutto posso in colui che mi da la forza".
    Chi è questo "colui che mi da la forza?".
    Per chi ha avuto la felice avventura di conoscerlo, è Gesù Cristo, il Dio fatto uomo, che permettere all'uomo di diventare come Dio.
    Per chi non ha conosciuto Gesù, ma è un credente di una religione che salva i valori morali fondamentali, è sufficiente che sia un convinto credente ed osservante della sua religione, tenendosi lontano ogni forma di fondamentalismo e di integralismo, che fomenta la battaglia tra le religioni, le razze e le culture.
    Chi, non avendo potuto approdare a nessuna religione, o avendo patito scandalo anche dalla migliore religione che è il cristianesimo, causa i cattivi esempi di chi lo predicava, costui non è escluso dalla salvezza, purché segua con perseveranza e onestà la sua retta coscienza.
    Ma non possiamo non esultare noi cristiani, poiché abbiamo una religione che è capace di trasformare in gradini al cielo ogni cosa, quella buona, perfino anche quella cattiva, come afferma l'Apostolo: "So vivere nella povertà come nell'abbondanza; sono allenato a tutto e per tutto, alla sazietà come alla fame... Il mio Dio colmerà ogni vostro bisogno...". Tutto può portare alla salvezza, compreso il peccato, poiché Cristo, il solo buono, si è lasciato compenetrare da tutto il male per farlo diventare, attraverso il crogiolo della sua passione e morte, seme di risurrezione.
  3. Il vangelo ci assicura che il Paradiso è l'eredità destinata a tutti, proprio tutti, nessuno escluso. Purché non sia proprio l'uomo, il singolo uomo, tu uomo, lucidamente, a non voler indossare l'abito nunziale. Dio invita tutti al banchetto nunziale, cioè al paradiso.
    Sei tu che con lucida scelta puoi escluderti dalla salvezza usando dei doni ricevuti da Dio per andare contro Dio. Pensaci.

Il Parroco: don Rinaldo Sommacal