Omelie
Omelia di sabato 8 dicembre 2007 - Immacolata Concezione
FESTA DELL'IMMACOLATA 2007
In questa solennità c'è tanta luce da accecare. C'è tanta presenza dell'uomo in Dio attraverso Maria, da lasciarci sbalorditi, quasi increduli. C'è tanto di Maria in noi da rimanere sorpresi. Andiamo con ordine, gradino dopo gradino, se vogliamo salire in alto senza ruzzoloni.
- L'arcangelo Gabriele, entrato da Maria, la saluta: "Ave, o piena di grazia".
Nella nuova traduzione, più vicina al testo originale, il saluto dell'angelo suona così:"Rallegrati, piena di grazia".
Gabriele svela a Maria di essere una donna privilegiata.
Maria già viveva quel privilegio, ma senza rendersene conto.
Maria non conosceva le solite debolezze morali che noi, persone umane, con il crescere degli anni, sentiamo sprigionarsi dalle nostre carni e che chiamiamo, nel bene o nel male, tentazioni.
In Maria regnava un ordine morale, che non agiva da calmante, bensì come un volano per mille virtù attive come l'altruismo, la generosità, la disponibilità ai bisogni altrui, la gioia nello stare con tutti, la riservatezza nell'apparire, l'equilibrio tra il dire e il tacere, la saggezza dell'adulto unita alla innocenza del fanciullo, ecc.
Maria era tutto questo in forza del privilegio che Dio, il Creatore, aveva riservato a lei, in trepida attesa di quel "sì" che l'avrebbe fatta diventare sua sposa e madre del suo divin figlio.
Non fu profanata dal peccato originale, eredità di tutti i discendenti dei progenitori Adamo ed Eva. Non conobbe gli squilibri morali derivati dalla colpa originale.
Non subì l'inclinazione al male, che ogni figlio in Adamo eredita.
Con la pienezza dei doni in natura, rimasti immacolati, Maria ricevette da Dio anche i doni soprannaturali, cioè la partecipazione alla divina natura, che il suo divin figlio avrebbe donato a tutta l'umanità, proprio in forza della sua incarnazione per mezzo di Maria. Pregare Dio per lei era un gioioso bisogno.
Questa è la accecante luce che emana da Maria e che noi solenniziamo con la presente liturgia. - Non dobbiamo, però, relegare Maria tra le figure, pur belle, ma che si pongono fuori della nostra storia: privilegiate, quindi irraggiungibili. E' vero il contrario.
Maria, nel tempio di Dio, divenne il tabernacolo che accoglie l'intera umanità, datale in figlia dal morente divino figlio.
In lei pose la sua tenda Dio in persona.
Dove c'è Maria troviamo il suo divino sposo, che la sognò dall'eternità. Maria è il paradiso terrestre di Dio.
Se Maria è la nuova Eva, Gesù è la nuova umanità.
Gesù non è venuto per Maria, ma per mezzo di Maria.
Gesù risorto è il nuovo e unico tempio di Dio in terra.
Beati noi se lo crediamo e vi entriamo.
Certamente lo crediamo, altrimenti non saremmo qui.
Così la festa dell'Immacolata diventa anche la nostra festa in cui ci sentiamo visitati e rivestiti dalla grazia. La grazia santificante che ci viene donata non è un abito che ci riveste di esteriore nobiltà. E' Gesù in persona che si dona a noi con il cibo della Parola e dei Sacramenti e ci fa diventare suo corpo. - La maternità di Maria oggi è passata interamente alla Chiesa.
Attraverso il battesimo Madre Chiesa ci genera figli di Dio.
Diventati Chiesa, siamo la nuova Maria, che genera Dio in terra.
L'angelo Gabriele oggi saluta noi come salutò Maria:"Rallegratevi, o pieni di grazia", perché "nulla è impossibile a Dio".
Se noi Chiesa, all'invito dell'angelo, diciamo "sì" alla volontà di Dio, rinnoviamo l'incarnazione di Gesù qui e ora.
Non è la filosofia, non sono le scienze positive, pur utili, che ci portano a capire queste verità dirompenti e bellissime.
Solo la fede ci apre i serbatoi della grazia.
Immersi nella grazia divina, riceviamo vista e
udito che ci permettono di contemplare queste sfolgoranti verità e credere che ci vengono donate come parte integrante del nostro essere.
Agli umili è concesso di capire e gustare queste eccelse verità.
Con l'umiltà di Maria, rinnoviamo la nostra scelta di fede:"Fiat voluntas tua". Così si riaccende la speranza, ci dice Benedetto XVI.
Il parroco: don Rinaldo Sommacal